La raccolta e l'analisi dei dati sono tante e, già da tempo, utilizzano diverse modalità. La Zest Labs fa notare che la differenza con la loro tecnologia Zest Fresh è che si può fare qualcosa per risolvere proattivamente il problema. "Molte delle soluzioni esistenti tendono a essere reattive, nel senso che un'azione può aver luogo solo successivamente - ha spiegato Payne - Noi pensiamo di offrire invece, l'unica soluzione proattiva, utilizzando una tecnologia previsionale che consente allo spedizioniere di decidere basandosi su approfondimenti e informazioni".
Sostanzialmente, l'idea è quella di utilizzare tali informazioni per inviare i pallet alle destinazioni più idonee in diretta relazione ai dati sulla freschezza. Evidentemente, maggiore è la durata di conservazione rimanente, più i prodotti sono pronti alla spedizione su lunghi tragitti. "Quando la shelf life calcolata è, per esempio, 3 giorni più breve di un'altra, il prodotto può essere inviato a una destinazione più vicina, al fine di massimizzare la durata di conservazione per il ricevente - ha aggiunto Payne - I dati vengono raccolti continuamente e rilevati a tappe intermedie stabilite: quando le merci deperibili vengono poste nelle celle di refrigerazione, nel camion, quando vengono fuori dal magazzino, e quando arrivano al destinatario, ad esempio. Questo crea una shelf life dinamica, aggiornata a ogni intervallo per fornire informazioni sulla massima durata di conservazione, in qualsiasi momento".
Per favorire il processo di monitoraggio, Zest Fresh raccoglie, archivia e rende visibili tutti i dati in un codice univoco generato in automatico, chiamato ZIPR che sta per Zest Intelligent Pallet Routing: la prima misurazione di settore sul livello di freschezza. Il codice ZIPR fa riferimento alla conservabilità dinamica dei singoli pallet e, attraverso questo codice, gli utenti possono visualizzare e gestire le informazioni di quel pallet.
"Una volta che Zest Fresh mette insieme i dati e applica un punteggio, crea il codice ZIPR per ciascun pallet - ha spiegato Payne - Questo viene quindi abbinato agli ordini in sospeso per garantire che ciascun pallet abbia una sufficiente freschezza residua e che soddisfi le esigenze del rivenditore. Il codice ZIPR assicura che le spedizioni vengano caricate correttamente e che la qualità venga tracciata con la reale consegna, fornendo al coltivatore le informazioni sulla qualità dei prodotti consegnati".
"Il codice ZIPR può essere integrato con la gestione del magazzino, fornendo segnalazioni e aggiornamenti sullo stato del pallet - ha aggiunto - E' progettato per essere autonomo e wireless".
Aspetti pratici
La società riferisce che gli stessi sensori sono piccoli e facili da gestire. Possono essere inseriti nel pallet in qualsiasi momento, a seconda che il coltivatore desideri monitorare l'intera catena di fornitura o solo alcune fasi.
"I sensori IoT hanno all'incirca le stesse dimensioni di un mazzo di carte e sono posizionati nel pallet sul campo o in qualsiasi punto lungo la filiera - ha spiegato Payne - Sono riutilizzabili e possono essere impiegati anche per determinati segmenti. Il software per visualizzare le informazioni è basato su piattaforma cloud, con i tag per desktop e mobile gestiti dai punti di accesso. Vengono installati da un tecnico e tutto ciò che serve è l'alimentazione e una connessione di rete".
Secondo Payne, le tipologie di prodotto più comuni per cui viene utilizzato Zest Fresh sono quelle altamente deperibili, come ad esempio i piccoli frutti, che subiscono maggiormente ogni variazione di temperatura e tempi di raffreddamento inadeguati. Attualmente, la società sta lavorando con i coltivatori del Nord America e ha anche collaborato con fornitori dell'America centrale e meridionale.
"C'è interesse anche per verdure a foglia, uva da tavola, ciliegie e drupacee - ha concluso Payne - Puntiamo ad essere tecnologicamente all'avanguardia e a modernizzare la catena di approvvigionamento dei prodotti freschi".
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