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Un caso di vendita al dettaglio in Italia di frutta spagnola con Sharka: controlli saltati

I produttori, ma spesso anche i consumatori italiani, non vedono di buon occhio frutta e verdura estera in vendita nella Gdo nazionale, specie nei periodi in cui è abbondantemente presente quella locale. Ma si sfiora il paradosso se questa presenta evidenti sintomi di Sharka, la virosi che colpisce le drupacee.

Nel frutto in primo piano si notano le rotture di colore tipiche di Sharka

Una precisazione doverosa: un frutto colpito da Sharka non è un problema sotto il profilo dei consumi. Si può mangiare normalmente, senza alcuna conseguenza. Ma che giungano a scaffale questi frutti al termine di tutta una filiera sta a significare che qualcosa è andato storto. Molto storto.

Molto evidenti i sintomi su queste nettarine provenienti dalla Spagna

Le due foto sono state scattate la settimana scorsa in una nota catena della Gdo italiana, in un punto vendita del sud d'Italia. Eloquenti entrambe: le nettarine presentano sintomi molto evidenti, con anelli che anche un occhio inesperto nota facilmente. Un po' più difficile individuare i sintomi di Sharka sulle pesche ma, in questo caso, un occhio esperto li vede subito.

"Davvero mi chiedo come questi frutti siano potuti giungere sui banchi della Gdo" interviene Aniello Crescenzi, docente all'Università degli studi della Basilicata. "Sappiamo che la malattia è endemica, non solo in Italia ma anche in altre nazioni, ma i frutti non devono arrivare al consumo anche perché le piante con i sintomi devono essere abbattute immediatamente. Per i consumatori non c'è alcun problema, ma mi chiedo se è corretto che la Gdo italiana venda a 3 euro/kg frutti spagnoli colpiti da Sharka".

Il professor Crescenzi aggiunge che "I controlli devono essere rigorosi in campo e lungo tutta la filiera, non solo in Italia ma in tutta l'Unione europea. E' chiaro che qui siamo di fronte a un caso estremo, dove sono saltate tutte le verifiche".