Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Fra i porti di Trieste e Capodistria scoppia la guerra delle banane

Scoppia la guerra delle banane fra Trieste e Capodistria. Il presidente dell’Authority triestina Claudio Boniciolli ha accusato la Luka Koper - società per azioni che opera nel Porto di Capodistria - di concorrenza sleale e l'amministratore delegato del Terminal frutta sul Molo Quinto del Porto nuovo, Walter Preprost ha lamentato: "Ci è stato sottratto un maxitraffico di frutta gestito da un operatore russo dall’Ecuador verso i Paesi dell’Est europeo: complessivamente oltre 25.000 tonnellate di banane in un anno, che avrebbero dato solidità e certezza di prospettive al nostro terminal, ma lavoro anche al Molo Settimo, perché una parte della merce doveva arrivare tramite container".

Le banane sono dirette in molti Paesi dell’Est europeo: Slovenia, Serbia, Bosnia, Ucraina, perfino nelle macchinette distributrici delle scuole della Russia, che erogano anche frutta oltre alle merendine. L’arma vincente usata da Capodistria è stata la franchigia nei Magazzini frigoriferi: dieci giorni di sosta gratuita della merce se il traffico fosse stato spostato sulla Slovenia.

"Un’offerta non pareggiabile, qualcosa di incredibile e di assolutamente insostenibile per qualsiasi terminalista o società privata che applicando condizioni simili sarebbero indotti al fallimento - sostiene Preprost - può farlo solo Luka Koper o chi come essa evidentemente gode di forti sovvenzioni statali. Per tentare di salvare il salvabile abbiamo avanzato una controfferta al limite della quadratura economica: due giorni di franchigia. Ma com’era prevedibile non c’è stato nulla da fare e il traffico è stato dirottato".

"Il problema è quello del rispetto di regole che devono essere generali e comuni all’interno dell’Unione europea - sostiene Boniciolli - oggi il porto di Capodistria viene favorito nella concorrenza per il fatto che le banchine non sono date in concessione ai privati e che il suo status è simile a quello che contraddistingueva anche gli Ente porto italiani prima della riforma del 1994. In questa situazione di disparità la concorrenza diventa sleale ai nostri danni.
Data di pubblicazione: