Fra i porti di Trieste e Capodistria scoppia la guerra delle banane
Le banane sono dirette in molti Paesi dell’Est europeo: Slovenia, Serbia, Bosnia, Ucraina, perfino nelle macchinette distributrici delle scuole della Russia, che erogano anche frutta oltre alle merendine. L’arma vincente usata da Capodistria è stata la franchigia nei Magazzini frigoriferi: dieci giorni di sosta gratuita della merce se il traffico fosse stato spostato sulla Slovenia.
"Un’offerta non pareggiabile, qualcosa di incredibile e di assolutamente insostenibile per qualsiasi terminalista o società privata che applicando condizioni simili sarebbero indotti al fallimento - sostiene Preprost - può farlo solo Luka Koper o chi come essa evidentemente gode di forti sovvenzioni statali. Per tentare di salvare il salvabile abbiamo avanzato una controfferta al limite della quadratura economica: due giorni di franchigia. Ma com’era prevedibile non c’è stato nulla da fare e il traffico è stato dirottato".
"Il problema è quello del rispetto di regole che devono essere generali e comuni all’interno dell’Unione europea - sostiene Boniciolli - oggi il porto di Capodistria viene favorito nella concorrenza per il fatto che le banchine non sono date in concessione ai privati e che il suo status è simile a quello che contraddistingueva anche gli Ente porto italiani prima della riforma del 1994. In questa situazione di disparità la concorrenza diventa sleale ai nostri danni.