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Ad agricoltura ed edilizia il triste primato dei morti sul lavoro nel 2009

Secondo dati ufficiosi, i morti per infortuni sul lavoro nell’anno 2009 sono stati 573, contro i 639 del 2008, con un calo quindi del 10,3%. Questi però sono solo i morti in occasione di lavoro, perché se a questi si aggiungono quelli dei lavoratori che muoiono per le strade mentre vanno o tornano dal lavoro si giungerebbe a quota 1080. L'INAIL non li distingue per ragioni contributive: un incidente nel percorso casa-lavoro, lavoro-casa è considerato, giustamente, un infortunio sul lavoro.

Se si limita l’analisi ai morti sul luogo di lavoro, e non per strada, si riscontrano dati preoccupanti relativamente alla fascia degli agricoltori in tarda età, (dai 60 ai 90 anni) che muoiono a causa del ribaltamento dei trattori: 166 morti sui campi per questo genere di incidente. Gli agricoltori deceduti sul lavoro sarebbero dunque ben il 29,1% sul totale registrato e, quel che è peggio, sarebbero in aumento del 3,4% (furono infatti 161 nel 2008).

Subito dietro, come incidenza, gli edili, soprattutto meridionali e stranieri, anche qui al nord, che con il 28,6% (164 deceduti) sul totale registrano uno spaventoso aumento del 22% rispetto ai 128 incidenti mortali del 2008. I lavoratori stranieri morti sul totale sono stati quest’anno il 14,7%, percentuale superiore a quella della presenza straniera in Italia.

Le vittime nell'industria sono effettivamente calate, a seguito della crisi: quest’anno non superano il 10% sul totale, contro il 18,7% dell’anno scorso; meno di 70 morti sul totale, contro i 136 dello scorso anno (-49%).

Con 31 morti, una delle regione con più vittime rispetto al numero d’abitanti, è il Trentino Alto Adige, a causa anche qui dei lavoratori deceduti nel settore agricoltura. La Puglia registra invece un calo del 47%, la Calabria del 50%, mentre l’Emilia Romagna ha superato i morti dell'anno scorso (52 contro 50) e il Lazio regista un preoccupante aumento del 14% a causa di Roma, che ha un aumento del 22% di morti sul lavoro nelle più disparate attività. La Lombardia segna un calo del 6% e la Basilicata del 37%.
Data di pubblicazione: