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Angurie: dovrebbe andare decisamente meglio, ma la qualita' non basta

Secondo dati Ismea, nella 27ma settimana del 2017, le operazioni di raccolta di meloni e angurie si stanno progressivamente intensificando negli areali produttivi del nord Italia e il maggior afflusso di prodotto nel circuito commerciale ha provocato un evidente calo dei prezzi all'origine.


Meloni (Foto d'archivio).

Si sono intensificate le operazioni di raccolta dei meloni e l'incremento delle disponibilità ha comportato una generale flessione dei prezzi in campagna. Esordio non esaltante per la tipologia Helios sulla piazza di Trapani, sempre a causa di un'offerta abbondante. Come già anticipato (cfr. FreshPlaza del 13/07/2017), per il clima favorevole e le elevate temperature che ha fatto maturare (se non cuocere, in alcuni casi, ndr) i meloni con circa 20 giorni di anticipo, si teme un gap produttivo a fine luglio/inizi di agosto.

Sempre secondo i dati Ismea, la prima settimana di luglio ha sancito l'inizio della commercializzazione di quantitativi rappresentativi di angurie nei centri di scambio del nord Italia; le prime contrattazioni sono avvenute sulla base di valori mediamente inferiori rispetto a quelli rilevati nell'analogo periodo dello scorso anno. Listini in ulteriore flessione per il prodotto di provenienza leccese.


Mini-angurie (Foto d'archivio).

Dalla Basilicata, un operatore del settore lamenta a FreshPlaza una pessima situazione di mercato, confermando il calo dei prezzi rispetto allo scorso anno: "Merce di qualità a prezzi più che ridicoli. Le promozioni della grande distribuzione a quotazioni stracciate non aiutano. Se poi pensiamo che il prodotto in offerta non è neanche nazionale ma spagnolo spazzolato, la cosa fa davvero arrabbiare. Abbiamo grandi volumi di mini-angurie italiane vendute in campagna a un massimo di 7 centesimi al chilo e la Gdo acquista il medesimo prodotto dalla Spagna". L'operatore sottolinea infatti che l'Italia dovrebbe importare solo quando non sono disponibili produzioni nazionali o non ce sono a sufficienza per soddisfare la domanda.

"Non abbiamo registrato problemi climatici di alcun genere, i volumi sono in linea con le altre annate, e, mai come quest'anno, le angurie sono state spettacolari in termini qualitativi. Per via della mancanza di pioggia, si sono registrati maggiori costi di produzione, ma questo si era già messo in conto. E' il calo delle quotazioni di vendita che proprio costituisce la nota stonata!".

La situazione non è migliore in Calabria o Puglia. Da una cooperativa calabrese confermano la "pessima tendenza di mercato dell'anguria. Un livello di 4 o 5 centesimi di euro in campo è una miseria. Non vale la pena neanche raccogliere. Tutto il settore frutticolo mostra al momento un andamento commerciale in calo: vale per le drupacee, per i meloni e persino per l'uva da tavola. Generalmente, uva e angurie rappresentano i prodotti trainanti nel periodo estivo, ma così non è". Tra le motivazioni, "l'importazione di prodotto estero a prezzi molto più bassi rispetto ai nostri".