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"Una dieta "sana" e' vantaggiosa per la salute, l'ambiente ed il portafogli"

Un'alimentazione "sana" è vantaggiosa non solo per la salute e l'ambiente ma anche per il portafogli. Se ne è discusso a Bologna, al simposio "Alimentazione e ambiente: legami tra indicazioni nutrizionali e impatti ambientali", organizzato da Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn) e dalla Società italiana di nutrizione umana (Sinu). Ogni giorno enormi quantità di cibo sono prodotte, trasformate, distribuite e consumate. Queste attività provocano impatti diretti sulla salute umana e sull'ambiente che non si possono sottovalutare visto che in Italia si consumano 126.000 tonnellate di alimenti e bevande al giorno (Fonte: Indagine Inran-Scai 2005-2006).

Per potersi chiamare "sana" la nostra alimentazione deve: coprire i nostri fabbisogni di energia e di nutrienti essenziali, fornirci sostanze protettive, minimizzare la nostra esposizione a contaminanti chimici e microbiologici presenti negli alimenti e avere un impatto ambientale il più basso possibile. Per questo, spiega Catherine Leclercq ricercatrice Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), "abbiamo giocato a modificare alcuni consumi per valutarne l'impatto in termini di nutrienti e ambientali".

Prima di tutto, "bisogna ridurre i consumi di carne rossa, come manzo e maiale, e limitare al massimo la carne rossa trasformata, ossia i salumi". In questo modo "si prevengono i tumori e si riducono anche le emissioni di gas serra e il consumo di risorse idriche". Ad oggi, spiega la ricercatrice dell'Inran, "gli italiani consumano 3 porzioni di manzo a settimana e circa tre porzioni di salumi". Partendo da questo dato, la ricerca ha apportato alcune modifiche: "abbiamo ridotto ad una porzione a settimana il consumo di manzo e salumi mentre abbiamo aumentato di una porzione il pollame e aggiunto fonti di proteine vegetali come pasta e legumi e insalate con frutta a guscio".

Modificando la dieta settimanale, "abbiamo notato che gli unici elementi negativi riguardavano la riduzione della vitamina D, dell'Epa e Dha (acidi grassi poliinsaturi molto importanti)". Un problema che, aggiunge Leclercq, "si può compensare con il pesce. Ad oggi, gli italiani consumano 2 porzioni di pesce o frutti di mare a settimana. A questo consumo basta sostituire il pesce azzurro di piccola taglia, ossia alici, sardine, aringa o sgombro, che costano meno, contengono meno metalli pesanti, hanno un minore impatto sull'ambiente e sono ricchi di vitamina D, Epa e Dha".

I consigli per una dieta sana però riguardano anche bevande e frutta: solo acqua del rubinetto e frutta locale e di stagione. Il risultato? "I cambiamenti risultano vantaggiosi sia per la salute che per l'ambiente". Ma anche per il portafogli. Lo rileva l'edizione 2012 della Doppia piramide realizzato dal Barilla center for food and nutrition che ha valutato quanto costa scegliere un menù equilibrato e sostenibile. Dall'indagine emerge che un menù vegetariano, composto solo di fonti proteiche di origine animale (come formaggio e uova) e vegetale (come legumi), a Milano costa 48 euro ( prezzo a settimana per persona) mentre a Palermo 44 euro.

Un menù sostenibile che oltre a frutta, verdura e cereali comprende anche carne e pesce per per 2 giorni alla settimana con un consumo bilanciato di proteine animali e vegetali, a Milano costa 50 euro mentre a Palermo 44 euro ( prezzo sempre a settimana per persona). Una dieta che invece prevede il consumo di carne almeno una volta al giorno durante tutta la settimana a Milano costa 53 euro e a Palermo 46 euro. Infine, per un'alimentazione basata sul consumo di carne e/o pesce almeno una volta giorno durante la settimana a Milano si spende 54 euro a settimana per persona mentre a Palermo 47. Ma ad avere l'impronta ecologica maggiore è il menù a prevalenza di carne. In Italia, dunque, conclude il Bcfn, quello che fa bene alle persone, fa bene anche al pianeta e al portafogli.
Data di pubblicazione: