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Limoni turchi ancora a rischio di residui elevati

Negli ultimi mesi, le autorità sanitarie bulgare hanno impedito l'ingresso di tre partite di limoni turchi destinate alla vendita sui mercati europei, perché hanno rilevato un eccesso di residui di imazalil, un fungicida utilizzato in post-raccolta. Nella scorsa stagione si erano già verificati un totale di 6 allarmi sanitari per i limoni turchi, sollevando dubbi sulla sicurezza alimentare dei prodotti di tale provenienza.

Sebbene l'imazalil sia una sostanza attiva consentita dall'Unione europea, è stato riscontrato che questi limoni avevano superato il limite massimo di residuo di oltre il 100%. Il limite legale è di 5 milligrammi al chilo, mentre quelli rilevati arrivavano a 10,764 mg/kg.



Con questi tre nuovi allarmi sanitari che interessano i limoni turchi, e che coincidono con la fine della campagna, il Paese ha già totalizzato 6 incidenti di questo tipo solo nella stagione 2017/18. Ogni partita cui è stato impedito l'accesso era costituita da 20 tonnellate di prodotto.

La Turchia è un concorrente importante per il settore agrumicolo spagnolo, in particolare per la varietà Fino. La sua produzione ammonta a circa 700mila tonnellate, di cui quasi 100mila vengono esportate su base annua in Unione europea, soprattutto nei Paesi dell'est. In termini di prezzi, la Turchia è più competitiva della Spagna, grazie ai suoi bassi costi di produzione.

"Ciò che è chiaro è che non possono competere con noi in termini di qualità e sicurezza alimentare, e questo è quello che conta di più per noi, nell'Unione europea" ha spiegato il direttore generale dell'interprofessionale spagnola Ailimpo, José Antonio García.

García ha affermato che i controlli effettuati sui prodotti turchi sono il risultato del lavoro svolto negli ultimi due anni dalla Ailimpo presso la Commissione europea. "Abbiamo lavorato duramente, in primo luogo per inserire la Turchia nell'elenco dei fornitori che dovrebbero subire ispezioni regolarmente, e poi anche perché si effettuassero controlli sul 20% dei carichi che accedono all'Unione europea, piuttosto che solo sul 10%".

Recentemente, José Antonio García si è recato a Bruxelles per incontrare il dipartimento responsabile dei controlli sui residui di agrofarmaci nelle importazioni di prodotti non europei, nel tentativo di impedire che le spedizioni dalla Turchia fossero escluse dall'elenco dei rischi ufficiali, a seguito di minori segnalazioni e allarmi rispetto alle precedenti stagioni.

"Abbiamo spiegato che questo calo è dovuto al fatto che il volume esportato è stato inferiore, per via di un raccolto molto ridimensionato. Dal momento che vi sono state 'solo' sei segnalazioni, la Commissione stava prendendo in considerazione l'opzione di rimuovere i limoni turchi dalla Risk List. L'organizzazione Ailimpo ha chiesto che ciò non accadesse, nonostante la percentuale di lotti ispezionati sia diminuita".

Alla fine, la Commissione europea ha deciso che nel periodo compreso tra il primo luglio e il 31 dicembre 2018, il 10% dei limoni turchi verranno ispezionati per eventuali residui di agrofarmaci.
Data di pubblicazione: