Le esportazioni di mele in Europa, le cui scorte sono limitate, sono aumentate del 66% rispetto allo scorso anno (da inizio anno alla 23ma settimana) in risposta agli ottimi prezzi. L'Europa è, a questo punto della stagione, il quarto più importante destinatario di mele sudafricane, dopo Estremo Oriente/Asia, Gran Bretagna e Africa.
E' stata una buona annata in termini di colorazione per Pink Lady e Sundowner (Joya). L'unico mercato sotto pressione è la Malesia, che ha ricevuto moltissime mele Fuji, le quali avrebbero dovuto essere destinate a Taiwan (le spedizioni da allora sono ricominciate, dopo la revoca del divieto imposto l'anno scorso).
Per le pere la storia è diversa. Pur essendo l'Europa un mercato molto importante per le pere sudafricane, i supermercati europei si sono rivolti all'offerta dell'emisfero australe solo verso la fine di maggio. Le pere sudafricane (soprattutto Packhams, Abate Fetel e Forelle) sono in competizione con quelle argentine.
"La nostra finestra di marketing per le pere è molto ridotta rispetto al normale - ha affermato un commerciante di frutta - La dimensione media dei frutti dell'emisfero nord era inferiore al solito, e la qualità marginale. Nello specifico anche il Sudafrica ha molte pere di piccolo calibro, e la conseguenza diretta è che il mercato è molto impegnativo. Abbiamo circa un mese di tempo per commercializzare le pere in Europa, ma non sarà facile".
Ci si chiede se il Medio Oriente sarà in grado di assorbire le pere, in particolare di piccolo calibro, inviate lì. Il potere d'acquisto è diminuito, e molte aziende di Dubai hanno chiuso: le guerre regionali stanno influenzando l'economia in modo negativo. "Da lungo tempo mettiamo in guardia l'industria sudafricana nei confronti del mercato mediorientale - ha detto un commerciante - Negli ultimi tre/quattro anni il nostro settore è cresciuto a doppia cifra per quanto riguarda le pere bicolore".
La valuta sudafricana ha raggiunto il livello minimo in sei mesi, mentre l'economia è regredita del 2,2% nell'ultimo trimestre. Il tasso di cambio Rand-Dollaro è di 13,30 Rand per 1 dollaro statunitense.
Ma mentre la valuta più debole ha un effetto positivo sui redditi agricoli, soprattutto nel caso di programmi di vendita al dettaglio precedentemente fissati, i costi della logistica sono valutati in dollari statunitensi, e risultano quindi significativamente maggiorati.
"L'indebolimento del Rand sarà certamente d'aiuto, e rappresenta un vantaggio. Ma nel momento in cui viene valutato in quanto fattore che influenza il reddito per ettaro, una maggiore produzione o dimensioni maggiori influiscono in modo ancora più esteso" ha spiegato Gert Marais, responsabile mele e pere per Delecta Fruit.
Hannes Pienaar, responsabile pomacee per Capespan, ha affermato: "E' molto difficile recuperare una situazione di volumi limitati solo grazie ai prezzi. Il raccolto delle mele è diminuito del 15% circa, in media. Alcuni produttori hanno volumi ancora inferiori, che non è possibile compensare solo con l'indebolimento della valuta".