La campagna si svolgerà in giugno e luglio per circa un mese in ogni punto vendita che aderisce all'iniziativa e vede la partecipazione dell'intero comparto del melone nazionale - un prodotto molto importante per alcuni areali di produzione e per la sua nota vocazione ad accompagnare salumi e formaggi della tradizione italiana, oltre che i dessert e altre preparazioni culinarie.
Le produzioni italiane di meloni – conferma il coordinatore del Comitato di prodotto Ettore Cagna - si concentrano soprattutto in Sicilia, Campania, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna. Ovviamente spaziando la coltivazione sulla longitudine che copre più di 1.000 km da nord a sud, abbiamo la possibilità di avere a disposizione prodotto nazionale da aprile a ottobre inoltrato. Infatti ad oggi, mentre la produzione all'estremo sud (Sicilia) è al termine, nelle regioni del nord si comincia con la raccolta in serra (circa il 15% della produzione totale) per arrivare poi a quella a cielo aperto. Cagna precisa che l'Italia ha una miriade di aree dove il melone viene coltivato per circa 40-45 gg/anno, ma solo al nord e più specificatamente in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, la produzione si protrae anche per cinque mesi consecutivi.
Dall'analisi dei quantitativi mondiali della produzione di melone, risulta che mentre la Spagna - principale produttore europeo - mostra la tendenza ad un calo produttivo costante (870mila tonnellate nel 2011 - 690mila nel 2016), l'Italia, nonostante annate altalenanti, ha invece una tendenza alla tenuta di produzione se non addirittura ad una crescita, andando a sfiorare negli ultimi anni le 600mila tonnellate prodotte.
Se dal punto di vista quantitativo i dati sono positivi, Cagna lancia invece un grido di allarme sugli aspetti qualitativi, rivolgendosi ai colleghi produttori. "Purtroppo, e l'inizio della campagna di quest'anno lo ha dimostrato in modo particolare, al principio e alla fine della lunga stagione produttiva gli standard qualitativi di produzione non sono ancora sufficienti e allontanano il consumatore dal riacquisto dei meloni nazionali. Se proseguiamo in questa direzione, sicuramente ne pagheremo le conseguenze negli anni a venire. Soltanto un livello qualitativo alto, riscontrabile solo in presenza di professionalità altamente qualificate e con anni di esperienza nel settore, ci potranno garantire un giusto collocamento nel mercato nazionale ed internazionale".