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Le ciliegie trentine salgono di quota e conquistano il mercato

Nuove prospettive per la coltivazione del ciliegio in Trentino. Sono più di 200 gli ettari coltivati intensivamente in alcune aree che si sono dimostrate particolarmente vocate. Zone, ad alta quota dove vengono piantate varietà medio–tardive, con il risultati che i frutti maturano a luglio ed agosto, quando sul mercato la presenza del prodotto è molto scarsa, con il risultato che grazie anche all'alta qualità organolettica dei frutti delle varietà Kordia e Regina che rappresentano oltre il 70% della produzione, permette di spuntare prezzi decisamente interessanti.

E' per questo motivo che questa coltivazione ha trovato spazio in Alta Val di Non, in alternativa al melo, ma ora Melinda sollecita i soci a piantare ciliegi anche in bassa valle in modo da poter dilatare di molto la stagione commerciale. Altre aree interessate la Valsugana, il Bleggio ed alcune colline in Valle dell'Adige, mentre si va sempre più riducendo la produzione in fondo valle.

"Il volume della produzione - afferma Tommaso Pantezzi, responsabile dei progetti di ricerca - in annate normali si attesta fra i 13 ed i 14 mila quintali. Questo ha spinto la Fondazione Mach a sviluppare diverse prove sperimentali sia in a Maso delle Part di Mezzolombardo, che al Centro sperimentale di Vigalzano".

Lo scorso 22 maggio, prima a Mezzolombardo e poi a Vigalzano, la giornata delle porte aperte. Pantezzi e collaboratori hanno presentato lo stato delle prove sperimentali ai produttori. Queste comprendono sia i diversi sistemi di copertura adottati in azienda, copertura ormai indispensabile sia per la pioggia che con la rete antinsetto che avvolga completamente le piante, sia le varie forme di allevamento, come il biasse sperimentato molto positivamente per il melo ed il pero e che pare si dimostri molto interessante anche per il ciliegio in quanto ne facilita la copertura in rapporto al tradizionale fusetto.

"Questo sistema - ha precisato il ricercatore - ha dimostrato un'ottima performance produttiva ed un'ottima adattabilità al nostro territorio. La scelta della forma di allevamento con il portainnesto nanizzante riveste un ruolo chiave per la realizzazione di un ceraseto intensivo. Certo, esistono anche dei problemi, legati alla coltivazione. Il ciliegio per la sua fioritura anticipata rispetto al melo, nei nostri areali è spesso sottoposto a gelate tardive come lo scorso anno, ma anche a problemi di impollinatura, la produzione di quest'anno pur preannunciandosi molto migliore di quella del 2017, sarà nella media, in compenso visto che la carica non è eccessiva, si dovrebbe puntare ad una pezzatura migliore a tutto vantaggio del prezzo. Ma i problemi più delicati sono quelli della difesa, sia dalla mosca della ciliegia che dalla drosophila suzukii, un insetto molto presente in Trentino e che due anni fa ha fatto danni enormi in tutti i ceraseti che non erano coperti da rete anti insetto". Per questo motivo, consiglia Pantezzi, è importante la chiusura con rete poco prima dell'invaiatura ma solo dopo aver fatto un trattamento a base di prodotti come Laser e Spada. 
Data di pubblicazione: