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La situazione del kiwi italiano a fine maggio

A fine maggio la campagna commerciale del kiwi italiano può ritenersi quasi conclusa, alle battute finali per quanto riguarda i mercati esteri, mentre per gli operatori che detengono ancora prodotto si proseguirà prevalentemente con il mercato interno.

Anche se non è ancora possibile delineare un bilancio complessivo, è utile sottolineare i vari aspetti che hanno caratterizzato quest'annata.

La campagna 2017-2018 verrà sicuramente ricordata per le raccolte particolarmente deficitarie, ma anche per l'andamento commerciale inconsueto rispetto alle prospettive iniziali.

L'offerta italiana, attestata sul minimo storico di 332.000 tonnellate di prodotto verde commercializzabile, sin dalla fase previsionale ha alimentato aspettative positive tra gli operatori, sia relativamente alla gestione che alla remunerazione del prodotto, vista la scarsa disponibilità rispetto al potenziale produttivo di 560.000 tonnellate di kiwi verde raggiunto nel 2015.



L'offerta disponibile ha reso necessaria sin dalle prime fasi una buona programmazione delle vendite sia sull'interno che sui mercati esteri, soprattutto per quanto riguarda i limitati volumi dei calibri maggiori.

Il collocamento è infatti proseguito per tutta la campagna con un'adeguata selezione delle vendite per ottimizzare al massimo i listini, cercando al contempo di assicurare la continuità delle forniture prestabilite alla clientela abituale, fino al termine della campagna.

Vendite caute quindi nel primo periodo di commercializzazione con giacenze che, a fine novembre registravano una variazione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, uguale a quella produttiva, -22%; il divario si è mantenuto tale fino a metà dicembre, con uscite quantitativamente moderate, ma percentualmente in linea con le campagne precedenti.

Dopo le festività natalizie le vendite sono proseguite più attive rispetto ai periodi precedenti, ma con un ritmo più lento rispetto alle campagne precedenti, da un lato per l'esigenza di concretizzare quotazioni adeguate alle esigue produzioni, dall'altro per la concorrenza della Grecia soprattutto dal punto di vista delle quotazioni.

Ricordiamo che le produzioni della Grecia stanno aumentando da diversi anni, passate da 120.000 tonnellate del 2010 fino al record produttivo di 200.000 tonnellate proprio nel 2017. E' chiaro che queste crescenti produzioni si stanno imponendo sempre sui mercati esteri e teniamo in conto che quasi la totalità della produzione greca è destinata ad andare oltre i confini nazionali.

Inoltre fino a qualche anno fa le esportazioni dalla Grecia si esaurivano nei primi mesi di commercializzazione; oggi a causa dell'aumento produttivo e della maggiore specializzazione di un numero crescente di strutture di frigoconservazione la commercializzazione si protrae molto più a lungo.

Anche la seconda parte della campagna è stata caratterizzata da vendite all'insegna della tranquillità; poco accessibili i mercati europei, se non alle stesse quotazioni della Grecia.

Secondo le rilevazioni di CSO Italy, a fine gennaio la disponibilità italiana di kiwi verde risultava inferiore allo scorso anno del 15%, a fine febbraio si registrava un -9%, per poi scendere al -1% a fine marzo, per posizionarsi sul +23% a inizio maggio.

Poco dinamico il collocamento dei calibri medio-piccoli dove si concentrava la maggiore offerta, non solo italiana ma anche europea, con vendite proseguite con un'adeguata selezione della clientela. Il collocamento di questi calibri è rimasto diretto prevalentemente alla clientela abituale per la necessità di listini consoni al livello di offerta presente, limitando le vendite in attesa dell'affievolimento della concorrenza della Grecia, i cui primi accenni sono iniziati solo a fine marzo.

Un'opportuna distinzione riguarda invece il collocamento degli esigui quantitativi dei calibri maggiori, con una richiesta proseguita brillante e spesso superiore all'offerta per tutta la campagna; i volumi disponibili sono rimasti prevalentemente riservati al mercato interno per le programmazioni stabilite; centellinati i volumi destinati all'export ed inviati generalmente sui mercati maggiormente remunerativi.

L'andamento dei listini è stato positivo, con quotazioni caratterizzate quest'anno da elevate forbici di prezzo, in funzione dei diversi mercati di destinazione, della disponibilità di prodotto e della diversa clientela e su livelli molto elevati per le pezzature più grosse.

Positivo e su buoni livelli il differenziale di prezzo rispetto alle annate precedenti, soprattutto nella prima parte della campagna. Successivamente non si è verificato quanto solitamente è avvenuto nelle precedenti campagna e cioè un aumento delle quotazioni in concomitanza della minore pressione del prodotto greco. La campagna è proseguita su prezzi stabili fino a fine aprile, per poi scendere lievemente nel finale e quindi il divario rispetto alle precedenti campagne è andato attenuandosi.


A titolo esemplificativo si riporta l'andamento dei prezzi per alcuni calibri.

Per un calibro 25 ad inizio 2018 le quotazioni f.co partenza estera in 10 kg rinfusa si attestavano mediamente su poco meno di 2,00 euro/kg con quotazioni massime che potevano raggiungere i 2,10 euro/kg sui mercati più benestanti o per la clientela selezionata, in miglioramento da metà febbraio in avanti fino all'arrivo del prodotto cileno, in concomitanza del quale si è registrata una lieve flessione.

I listini del calibro 30 in 10 kg rinfusa si attestavano a gennaio su 1,60-1,70 euro/kg. per i mercati più facoltosi del Nord Europa e per clienti selezionati in Germania, pressoché stabili su questi livelli fino a metà aprile grazie ad un'adeguata selezione delle vendite, per poi scendere di circa 5 centesimi a fine aprile.

Per i cestini di calibro 39 a metà febbraio si spuntavano prevalentemente 1,20-1,25 fino a 1,30 euro/kg, scesi su 1,15-1,20 euro kg da metà marzo per poi attestarsi su circa 5 centesimi in meno da inizio aprile.

Le quotazioni del calibro 42 in cestino a metà febbraio si posizionavano mediamente su 1,20 euro/kg, in diminuzione a metà marzo su 1.10, fino a 1,05-1.08 euro/kg di metà aprile, per poi risalire lievemente nel finale.

In conclusione una campagna che si è sviluppata su buone quotazioni, ma in alcuni momenti soprattutto nella fase finale forse inferiore alle attese.

L'andamento di questa campagna fornisce però uno spunto di riflessione sul mercato del kiwi italiano influenzato sempre più dalla produzione del principale paese concorrente, la Grecia.

Fonte: CSO per FreshPlaza.IT
Data di pubblicazione: