Agenti di biocontrollo per l'agricoltura sostenibile
Se ne è parlato a un convegno durante Macfrut, in quanto rappresentano il futuro nella cosiddetta agricoltura sostenibile (cfr. Freshplaza del 17/05/2018). Come ha specificato l'esperto Ciro Lazzarin di Agri2000, dal punto di vista dei regolamenti i bio-fitofarmaci non sono un gruppo definito. Nell'ambito del regolamento UE 1107/2009 viene fatta una distinzione tra sostanze attive, convenzionali, di base e basso rischio (low risk).
"Questa categoria di sostanze - ha detto Lazzarin - presenta basso livello di rischio per la salute dell'uomo, degli animali e per l'ambiente. Negli ultimi anni è aumentata notevolmente la sensibilità dell'opinione pubblica per la salubrità di frutta e verdura, e le catene della Gdo si sono subito mosse, inserendo propri capitolati e certificazioni".
L'uso di bio-fitofarmaci va nella direzione richiesta dalla Gdo, specie del nord Europa, e comunque questo non significa applicare il sistema di lotta biologica.
Il processo di approvazione è lo stesso che per gli altri composti, ma sono elencati separatamente. Le sostanze attive a basso rischio hanno la stessa tempistica per la valutazione delle altre sostanze. L'autorizzazione ha poi una validità di 15 anni (invece di 10) e tali prodotti a basso rischio hanno una tempistica di approvazione più rapida rispetto ad altri prodotti.
I bio-fitofarmaci sono spesso low risk, ma non esiste un riconoscimento automatico. Vengono classificati come microorganismi e sostanze diverse dai microorganismi. Attualmente sono registrate 12 "sostanze" low risk e altre 60 sono in previsione.
"Per il settore ortofrutticolo - conclude Lazzarin, si tratta di armi in più per controllare i patogeni nell'ambito di una lotta complessa che utilizza la chimica come ultima cartuccia. L'80% di queste sostanze è utilizzato su frutta e verdura".
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