Pesche e nettarine: consumi stabili, esportazioni crollate
E, a leggere i dati del Cso, il cosiddetto crollo dei consumi di pesche e nettarine, fra i consumatori italiani, non c'è mai stato: se ne consumavano 249mila tonnellate nel 2008, se ne sono consumate 271mila tonnellate nel 2017. Nel mezzo, valori intermedi sempre attorno alle 250mila tonnellate. Il prezzo medio pagato dal consumatore è variato fra 1,61 euro/kg nel 2008 e 1,57 euro/kg nel 2017. I due estremi sono stati 1,56 euro/kg nel 2009 e 1,80 euro/kg nel 2012.
Il vero crollo sta nelle esportazioni: erano 326mila tonnellate nel 2008 scese a 252mila nel 2017, pari al 26% di perdita. E' un circolo vizioso: le esportazioni sono diminuite, per lo più a vantaggio della Spagna che ha occupato le quote di mercato italiane, il prezzo pagato ai produttori cala, i produttori abbattono e piantano meno. E di conseguenza: i vivaisti lavorano meno, così pure chi vende mezzi tecnici. Tutto sommato i magazzini possono ovviare importando e rivendendo merce estera, ma il territorio si impoverisce.
Nel dettaglio, gli ettari persi in 10 anni sono stati 9800 di pesche, in Italia, con forte diminuzione al nord (-47%) e al centro (-51%), mentre più contenuta al sud (-9%). Per le nettarine, gli ettari persi in 10 anni sono stati 7400, tutti al nord e al centro; al sud sono aumentati di 180 ettari. In definitiva, nel 2008 le superfici di pesche, percoche e nettarine erano pari a 77055 ettari, crollati a 58110 nel 2017, vale a dire 19mila ettari in meno, pari al 25%.