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Tomato Revolution: la filiera etica del pomodoro

Prodotti tipici, tutti biologici ​e a sfruttamento zero, per sostenere una filiera italiana legale e trasparente del pomodoro. Tomato Revolution è il progetto di filiera biologica, legale e trasparente del pomodoro del consorzio Altromercato. Opera in aree ad alto rischio di sfruttamento, della terra e del lavoro, coinvolgendo piccole cooperative di produttori che coltivano e trasformano il pomodoro valorizzando le varietà e le tradizioni eno-gastronomiche locali.

Cinque le referenze (passata di Puglia bio, pomodori pelati in salsa bio, salsa pronta pomodoro siccagno e finocchietto bio, pomodoro ciliegino secco bio, sugo alle melanzane bio) per difendere e diffondere lo sviluppo sostenibile in contesti difficili. I primi protagonisti di Tomato Revolution sono 4 cooperative di produttori nel Sud Italia che raggruppano 30 piccoli produttori attivi in territori ad alto rischio di sfruttamento della manodopera.



"Lo sfruttamento della manodopera, i prezzi d'acquisto sottocosto, l'accaparramento delle terre, la zootecnia intensiva, i cambiamenti climatici e l'inaridimento dei suoli e delle falde acquifere, sono solo alcune delle cause della crisi epocale che oggi investe tutto il mondo - si legge sul sito di Altromercato - Tutto ciò concorre a debilitare il settore delle piccole produzioni agricole e artigianali non solo del cosiddetto terzo mondo, ma anche quello di aziende e botteghe artigiane del nostro Paese".

"Ogni giorno infatti piccole realtà di qualità, ecologicamente e socialmente responsabili, sono schiacciate da costi impraticabili, da un credito inaccessibile e da politiche di sviluppo imprevidenti. Ciò rappresenta un danno enorme per il futuro delle nuove generazioni, l'economia, l'occupazione e per la coesione sociale, oltre che un danno inestimabile per l'ambiente, le risorse naturali, la tutela del paesaggio e l'incuria del nostro patrimonio nazionale".



Da dove arriva il pomodoro che consumiamo in Italia?
L'Italia è terzo trasformatore al mondo, dopo USA e Cina, e tra i principali esportatori di derivati del pomodoro. Nel 2016 il nostro Paese ha importato dalla Cina e da altre nazioni l'equivalente di circa un milione di tonnellate, una quantità pari a circa il 20% della produzione nazionale. Secondo i dati dell'Agenzia delle dogane, nello stesso anno, sono arrivate in Italia 92.000 tonnellate di triplo concentrato made in China. Una cifra che segna un aumento del 40% rispetto all'anno precedente.

Sfruttamento e diritti negati in Italia
Secondo il Rapporto dell'Ispettorato Nazionale del lavoro, dati 2017-febbraio2018, il tasso di irregolarità in agricoltura si aggira intorno al 50%. Sono tra 400mila e 430mila i lavoratori non regolari in agricoltura e, quindi, potenziali vittime di caporalato. Il danno economico prodotto dall'irregolarità si aggira tra i 3,3 e i 3,6 miliardi di euro.

Il salario di questi lavoratori è la metà della retribuzione prevista dai contratti di settore, tra i 25-30 euro al giorno, per 10-12 ore di lavoro (circa 2 euro all'ora).

Per contrastare questa difficile situazione, il consorzio Altromercato è impegnato da anni nel progetto di Domestic Fair Trade Solidale Italiano. Lo scopo è impiegare le importanti e preziose esperienze accumulate dal commercio equo e solidale in 30 anni di storia a favore di contadini e artigiani per un sostegno concreto sul piano distributivo e commerciale.



"Il nostro pomodoro è prodotto da cooperative che si oppongono alla criminalità organizzata. Anche per questo ha un gusto unico - segnala il consorzio - Dal 12 aprile al 12 maggio, con l'acquisto di una specialità al pomodoro Altromercato si riceve il 20% di sconto su tutti i prodotti Solidale Italiano della stessa spesa, nelle botteghe aderenti e online".

Per maggiori informazioni: www.altromercato.it