La Tuta Absoluta inficia l'export del Pachino Igp in Nord America
La Regione Siciliana è già al lavoro
Il blocco, allo stato attuale, persiste. Ma il Servizio Fitosanitario della Regione Sicilia è all'opera per arginare quanto possibile il problema e, soprattutto, ha posto in essere ogni utile iniziativa per rinegoziare i termini dell'esportazione.
"Siamo in uno stato avanzato della rinegoziazione delle procedure per l'export in Nord America - ha detto Rosario D'Anna, dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale - Abbiamo avviato una interlocuzione con le Autorità canadesi da una parte e con le aziende produttrici e il Mipaaf dall'altra, per addivenire a una possibile mediazione in questo contesto. Al Ministero spetta la mossa successiva, una volta acquisita tutta la nostra documentazione che abbiamo prodotto e che è praticamente ultimata".
Dr. Rosario D'Anna
"Una serie di pratiche agronomiche tese alla riduzione al minimo del parassita in fase di produzione - ha spiegato ancora D'Anna - dovrebbero essere sufficienti per ridurre il rischio di un'eventuale presenza del micro lepidottero nei carichi per il Canada. Queste tecniche, a partire dall'installazione di reti, porte specifiche, trappole e quant'altro sia utile, unitamente ad alcune precauzioni in fase di trasporto, dovrebbero garantire le controparti in questione. Certo è che sarà molto difficile esportare il pomodoro in assenza delle sue parti verdi".
Un danno per i futuri sviluppi commerciali
Il danno economico di per sé non è ingentissimo; quel che più pesa verosimilmente è la distorsione dell'immagine per un prodotto di qualità ineguagliabile. A essere esportati oltreoceano sono solamente 70 ton annue che, sebbene non siano volumi enormi, rappresentano un importante polmone per le aziende associate al marchio Igp, nell'ottica della presenza in quel mercato di un rinomato prodotto siciliano.
"La problematica del Canada è per noi di rilevante importanza - ha dichiarato dal canto suo Salvatore Lentinello (nella foto accanto), presidente del Consorzio Pomodoro di Pachino Igp - in quanto rappresenta uno sbocco di mercato che, in un momento di totale difficoltà commerciale, non può e non deve essere trascurata. Soprattutto se si considera che speravamo in una maggiore diffusione dei nostri prodotti in tutto il Nord America, dove il 'Pachino' al momento è molto apprezzato dalla comunità italo-americana che notoriamente funge da grande influencer nei consumi. Il Made in Italy/Sicily in America si vende praticamente da solo, basta farlo conoscere bene ma questa vicenda, allo stato delle cose, rischia di tarparci le ali".
"I nostri agricoltori, per favorire il controllo dell'insetto in questione - ha proseguito il presidente - hanno già implementato strumenti di difesa come la perimetrazione delle serre con rete anti afidi, che impediscono l'accesso del patogeno. Oltre a questo sistema di difesa, molte aziende utilizzano insetti predatori (non alieni), soprattutto nei mesi pre-estivi, in cui lo sviluppo del predatore è maggiore. Queste e altre tecniche dovrebbero essere sufficienti a garantire una produzione sana e senza utilizzare fitofarmaci, che in altre realtà come nei Paesi extracomunitari i quali esportano in Europa, purtroppo, sono di ordinario utilizzo".