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Protesta degli agricoltori della fascia trasformata siciliana: occupati i Comuni simbolo della serricoltura

"Il perdurare della grave crisi dei prezzi di vendita alla produzione dei prodotti ortofrutticoli che, in media, nel mese di marzo sono stati quotati a € 0,40 al kg, ci ha costretti a dichiarare lo stato di agitazione. A nostro avviso, la causa della deflazione è da ricercarsi negli ingenti arrivi sui mercati del nord Italia di produzione estera a prezzi eccessivamente più bassi". Con queste parole, il Comitato Anti Crisi Agricoltura della Sicilia ha inteso puntare l'indice contro una forma di concorrenza sleale dai Paesi della sponda sud del Mediterraneo.



"Considerato che le aziende agricole, con questi ricavi, non sono più in grado di onorare gli impegni presi con i loro fornitori - prosegue il comitato di protesta - le aziende agricole siciliane rischiano il definitivo tracollo".

Da ieri mattina, 20 marzo 2018, i produttori agricoli di Vittoria (RG), Santa Croce Camerina (RG) e Pachino (SR), ossia i centri fulcro della fascia trasformata siciliana, hanno iniziato l'occupazione delle rispettive sedi comunali e hanno chiesto ai loro sindaci e ai Prefetti delle due province di farsi carico di un incontro urgente con il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, al fine di sottoporgli una serie di rivendicazioni che, secondo il comitato, servirebbero a lenire il perdurare di una crisi socio-economica dei territori interessati.

In primo luogo, il Comitato chiede la rivisitazione dei trattati europei, in virtù delle condizioni di produzione delle orticole che hanno differenze abissali dal punto di vista dei costi. Inoltre, vi sono una serie di motivazioni etiche legate sia all'utilizzo di fitofarmaci che della manodopera impiegata in quei Paesi. Al secondo punto, si richiede l'attivazione delle norme di salvaguardia ovvero l'applicazione dell'articolo 7 dei suddetti trattati, che implica la limitazione dell'import in caso di crisi come quella attualmente denunciata. Infine, si chiede la moratoria di tutte le passività aziendali.

Al Comune di Vittoria abbiamo incontrato gli agricoltori che hanno inscenato la protesta e intervistato Angelo Giacchi il quale, assieme a Giuseppe Zisa e Salvatore Di Bona compone la rappresentanza del comitato direttivo.

"La protesta nasce dalla caduta dei prezzi al mercato di Vittoria e non solo - ha detto Angelo Giacchi - Purtroppo non si intravede un miglioramento della situazione e la domanda è sempre più in calo. La poca richiesta si scontra con la concorrenza del Nord Africa, dove i costi di produzione sono molto inferiori".


Angelo Giacchi

"La grande distribuzione italiana - continua amareggiato Giacchi - preferisce portare sui propri banchi 8 prodotti su 10 di provenienza spagnola, olandese, turca e nordafricana. L'esubero delle nostre merci, che quindi non trovano sfogo, porta a un ulteriore abbassamento dei prezzi. In questi giorni abbiamo dovuto registrare più volte come la merce sia rimasta invenduta nei mercati ortofrutticoli di Vittoria, Santa Croce e Pachino, cagionando non solo un danno al comparto, ma portando il malessere a diventare dilagante, sfociando in un preoccupante allarme sociale".

Al momento sarebbero un centinaio le aziende della fascia trasformata ad aderire al Comitato anticrisi ma il numero, così andando le cose, è destinato verosimilmente a crescere. Giacchi infine ha tenuto a elencare nuovamente le richieste del comitato su tutta la linea.

"Dall'incontro con il presidente Musumeci - ha ribadito l'imprenditore - ci aspettiamo l'avvio di una interlocuzione tra il governatore e il Governo centrale, al fine di rivedere nelle sedi opportune le condizioni del trattato euro-mediterraneo. Chiediamo inoltre un giro di vite per i controlli fitosanitari sulle merci in ingresso ai confini dello Stato, non solo in Sicilia ma in tutti i punti sensibili d'Italia, da nord a sud".

"Purtroppo questa crisi estenuante, che riteniamo strutturale - ha concluso Giacchi - ha portato il nostro tessuto produttivo progressivamente al collasso. Pertanto chiediamo anche la sospensione di tutte le passività aziendali, ovvero la proclamazione dello stato di crisi, finalizzata a lenire le pressioni bancarie e fiscali sulle nostre aziende, già fin troppo martoriate".

Le Istituzioni non hanno voluto far mancare il loro sostegno al comparto e, tra gli altri, ha fatto registrare il proprio intervento il sindaco di Pachino, la città del noto pomodoro a marchio, molto conosciuto anche all'estero.

"Conosciamo bene la pesantissima crisi commerciale che il comparto sta attraversando – ha dichiarato il sindaco Roberto Bruno – Un crollo dei prezzi che danneggia le aziende e mette in difficoltà le famiglie. Abbiamo fatto tutto ciò che è nei nostri limitati poteri, ma continueremo a sostenere i nostri agricoltori".

Ancora ieri, a sera inoltrata, il Comitato ci ha fatto pervenire una nota nella quale comunicava: "Al fine di lenire il peso alle nostre famiglie, il Comitato Anticrisi Agricoltura Sicilia di Vittoria, Pachino e Santa Croce, preso atto della disponibilità del Presidente della Regione On. Musumeci a incontrare una delegazione dei produttori a Palermo, insiste nella richiesta della presenza sul territorio del Presidente stesso, per visitare il mercato di Vittoria con la merce invenduta e le serre degli agricoltori con la merce che non si può raccogliere. Per questo motivo, i presidi continuano e gli agricoltori trascorreranno la nottata presso i Comuni".