I consumatori scelgono il biologico principalmente per l'assenza di fitofarmaci
Guillaume: "La frutta e verdura si trova spesso all'entrata del punto vendita e ne rappresenta quindi la vetrina. Il negozio deve avere un aspetto molto fresco e bello".
I consumatori acquistano prodotti biologici secondo le loro esigenze. "Ci sono quelli che acquistano solo prodotti biologici. Altri acquistano solo i prodotti base provenienti da agricoltura bio, come farina, olio e burro. Un terzo gruppo acquista solo prodotti biologici, ma si concede piccoli piaceri come le pesche, la cui versione biologica ha un prezzo troppo elevato".
"Con i prodotti biologici siamo molto più vicini al ciclo naturale rispetto a quelli convenzionali. I nostri consumatori stanno provando a consumare frutta e verdura di stagione, ma la cosa che sorprende è che non esiste una reale comprensione di cosa si intenda per stagionale. Per esempio, offriamo già i primi asparagi perché sono già stati raccolti. Teoricamente la stagione degli asparagi comincia ad aprile o maggio e ci sono alcuni clienti che si rifiutano di acquistare asparagi perché la loro testa dice che non è stagione".
Uno sviluppo degli ultimi anni è che i produttori si uniscono maggiormente tra loro per distribuire la produzione. "Si organizzano così in modo da non procure la stessa varietà nello stesso momento. Questo evita il crearsi di vuoti nell'offerta, oltre che la comparsa di un surplus per alcune referenze. I consumatori preferiscono i prodotti locali, ma è molto difficile da portare avanti. Non tutto cresce ovunque. I frutti esotici, per esempio, tendono a essere importati da diversi luoghi".
Guillaume non ritiene che la produzione francese diventerà tutta biologica in breve termine. "Il settore del biologico non è ancora in grado di nutrire tutta la popolazione. Nel 2016 abbiamo avuto un raccolto bio di cereali disastroso. Se l'80% della produzione fosse stato biologico, si sarebbe registrata una carenza di proporzioni enormi in Francia e persino in Europa. Continua la ricerca di varietà più resistenti alla siccità e alle fitopatie, dal momento che non ci abbiamo lavorato abbastanza. Ovviamente mi piacerebbe, soprattutto per l'ambiente, oltre che per la salute dei consumatori e quella degli agricoltori, ma è ancora troppo presto".
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