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Se delusi dal sistema assicurativo, si opti per una difesa che protegga il raccolto

Un coltivatore del nord d'Italia, Sandro Benedetti, a seguito dell'articolo di ieri sulle assicurazioni (cfr. FreshPlaza del 15/03/2018) ci ha scritto per informarci circa la propria situazione, confermando gran parte delle nostre analisi. "Sono un produttore - scrive Benedetti - e mi trovo nella stessa situazione che avete descritto. Devo ancora ricevere una parte dei rimborsi previsti per le polizze del 2015".


Fine febbraio 2018, neve e gelo in Puglia

"Ma come è possibile lavorare in questo modo? Come si può avere fiducia nel sistema? Le nostre associazioni non si interessano, portano avanti le pratiche e scaricano i problemi. Ormai non le chiamerei più associazioni".



Il sistema ortofrutticolo italiano ha già diversi problemi e di certo il ritardo triennale nel rimborso non aiuta. Va poi precisato che diversi consorzi di difesa anticipano parte dei costi dei premi e chiedono la restituzione all'agricoltore nel momento in cui ricevono i rimborsi dallo Stato.



Alla luce delle complicazioni degli ultimi anni, dei mancati rimborsi, dei meccanismi sempre più incomprensibili, occorre fare delle riflessioni. Quale strategia è meglio adottare per difendere la propria produzione dal maltempo? Nei giorni scorsi, durante alcune visite in campo in Basilicata, abbiamo verificato come la protezione mediante tunnel abbia preservato dalle gelate gran parte delle produzioni orticole e frutticole.

Sul kiwi e sul ciliegio, negli impianti moderni, la protezione con teli antipioggia (cfr. FreshPlaza del 4/10/2017) che riparano anche dalla brina sono una realtà. E possono essere studiati per la protezione pure dagli insetti. Grandine, pioggia, gelo, insetti: le strutture di protezione preservano il prodotto e garantiscono la qualità. Scegliere queste soluzioni fa muovere l'economia, sviluppa lavoro, genera indotto.

E soprattutto garantisce la continuità della produzione: se si hanno contratti di fornitura, il cliente (Gdo o grossista) vuole comunque il prodotto, non se ne fa nulla della polizza assicurativa dell'agricoltore.


"Candele" stese accanto agli alberi di albicocco, in zona Faenza (Ravenna, foto da Fb Maurizio Capirossi). Tecnica costosa e poco efficace

Un agricoltore specializzato sostiene: "Nel giro di un anno dovrei realizzare 4 ettari di pescheto interamente protetti da reti antigrandine, ma anche contro gli afidi che sono i principali vettori di Sharka. Però l'impianto di protezione ha costi molto elevati. La politica, mediante i vari PSR regionali, dovrebbe favorire gli agricoltori che vogliono usare questi sistemi. Benissimo finanziare la polizze assicurative, anche se poi i soldi non arrivano mai. Meglio ancora però finanziare la protezione attiva con reti. In tal modo si crea anche un indotto positivo lungo tutta la filiera, sia a valle, sia a monte dell'agricoltore".