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Le societa' estere vogliono investire nella coltivazione di batata in Italia

Per alcune aziende italiane manca ancora qualche mese di commercializzazione per la patata americana, detta anche patata dolce o batata. Ci sono poi grandi gruppi italiani ed esteri che la commercializzano tutto l'anno, avendo a disposizione dei centri di stoccaggio ad hoc.

"Al momento richiesta e quotazioni sono buone. Novembre e dicembre si possono definire mesi catastrofici, con il prodotto spagnolo che ha spinto i prezzi ancora più al ribasso - ha dichiarato un produttore pugliese che dedica 10 ettari a batate - Da gennaio in poi, chi stocca adeguatamente i tuberi è riuscito a vendere meglio il prodotto".

In generale la qualità delle batate è buona. Il produttore pugliese lamenta, per quanto lo riguarda, qualche problema legato a fitopatie che hanno colpito i tuberi (vedi foto sotto) e quindi una resa più scarsa. "Ciononostante, essendoci in generale una richiesta tripla e quindi un aumento dei consumi rispetto allo scorso anno, finora sono riuscito a vendere tutte le partite a disposizione".



L'industria del trasformato continua a richiedere con insistenza la batata, ad esempio da inserire nei minestroni. Ma i prezzi offerti sono davvero irrisori. "Parliamo di circa 0,20 euro contro una quotazione sul mercato del fresco di 1,30-1,50 euro. Non si può destinare al trasformato un prodotto di prima scelta senza neanche recuperare i costi di produzione".

L'effetto gelate dovuto al passaggio di Buran non ha creato disagi. Il prodotto raccolto alla fine della scorsa estate è stoccato in cella. E neanche la preparazione dei semenzai per la prossima campagna ne ha risentito. "Partiremo con i semenzai dopo il 19 marzo, con una raccolta del prodotto prevista intono al 20 agosto".

Infine, il produttore dichiara: "E' così interessante la produzione italiana di batate che alcune società estere vogliono investire nella coltivazione di questo prodotto nei nostri areali. A quanto pare le potenzialità della batata italiana superano di gran lunga quelle delle colture spagnole e israeliane".