Stime iniziali sugli effetti delle gelate: la testimonianza dei produttori
"Nel territorio a cavallo tra le due regioni, dove sono localizzate le nostre produzioni, alcuni frutteti di drupacee precoci - pesco, albicocco e susino - erano già in fioritura e i fiori aperti sono stati totalmente compromessi. Quelli chiusi non risultano a oggi danneggiati, ma lo sapremmo solo tra una trentina di giorni. Stavamo entrando in piena produzione con le fragole e nei giorni immediatamente successivi alla gelata pensavamo che i danni fossero ingenti; fortunatamente la copertura in Tessuto Non Tessuto (TNT) che abbiamo utilizzato sulle piante ha attutito l'impatto". Così riferiscono a FreshPlaza dalla AOP Luce, che coltiva fragole di varietà Sabrina, Melissa, Fortuna e Favetta di Terracina.
Anche per quanto riguarda le orticole, in previsione delle gelate si era cercato di proteggere le produzioni sotto serra con l'applicazione di TNT sulla pianta e con l'ausilio di impianti antibrina. "Le piante hanno subito uno stress notevole - continuano dalla AOP - Ora si riprenderanno, ma ci saranno ritardi e cali nella produttività".
Danni significativi su qualità e volumi si segnalano per le zucchine, al momento in piena produzione. "Il problema che più ci preoccupa in questo momento è lo sviluppo di patogeni fungini derivante dall'eccesso di umidità degli ultimi due mesi. Un fenomeno che quindi prescinde dalle gelate".
Inoltre, dalla Piana del Sele, un produttore di baby leaf riporta che a causa della neve ci sono stati un bel po' di problemi. "La neve, in questo periodo, è un fenomeno totalmente insolito e inaspettato nelle nostre zone. Questo ha alterato tutta la programmazione. Anche in termini di logistica, stiamo avendo molte difficoltà: alcune consegne stanno subendo ritardi sopratutto al nord, dove ancora c'è neve. Ad eccezione di qualche ritardo, fortunatamente non si registrano particolari situazioni critiche".
Coldiretti sottolinea un aspetto importante: tra pioggia, gelo e neve è caduta il 59% di acqua in più a febbraio rispetto alla media con un decisa inversione di tendenza rispetto al deficit idrico fatto registrare nei mesi precedenti. Il ripristino delle riserve idriche nei terreni, nelle montagne, negli invasi, nei laghi e nei fiumi è particolarmente importante per gli usi civili e per quelli agricoli con l'arrivo della primavera e dell'estate quando con il caldo i consumi aumentano nelle città e le colture avranno bisogno di acqua per crescere.
Da nord a sud della Penisola, i danni potranno però essere verificati definitivamente solo nei prossimi giorni - continua la Coldiretti - E sono destinati a compromettere le produzioni nel tempo, poiché occorrono anni prima che prima che si possa sostituire la pianta e che quella nuova inizi a produrre. Il rischio è che alla fine il conto pagato dall'agricoltura per questa ondata di maltempo superare i 300 milioni di euro come accaduto nell'ultima gelata siberiana del 2012.