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Nuova fase per il Consorzio di Tutela

Il Limone di Siracusa IGP e' uno dei simboli siciliani

Uscito dalla sua "fase di start-up", per il Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP è tempo di novità. A cominciare da un nuovo presidente (cfr. FreshPlaza del 26/02/2018): si chiama Michele Lonzi, carriera costellata di traguardi importanti e grande entusiasmo per questa nuova avventura. FreshPlaza lo ha intervistato.

"Il limone è uno dei simboli siciliani e, pur se da esterno, ho seguito il percorso del Limone di Siracusa IGP e del suo Consorzio di tutela fin dai suoi esordi. Ancor di più, perciò, mi sento onorato del ruolo assegnatomi. Nel corso della mia esperienza pregressa all'Assessorato regionale all'agricoltura ho sempre portato avanti l'idea che i nostri prodotti debbano puntare al lato salutistico e nutrizionale, e non competere con la merce di massa. Ed è proprio su questo che spingeremo ulteriormente come Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP".

"Inoltre, modificando lo statuto, abbiamo inserito l'istituzione di un Comitato scientifico - aggiunge Lonzi - Dobbiamo essere sempre in prima linea nel seguire l'evoluzione della scienza e della ricerca nelle colture arboree". Tra gli obiettivi ci sarà, infatti, quello di allungare la stagione commerciale. "Le idee sono tante e ho già avuto modo di legare con i produttori siracusani, con i quali credo di poter instaurare un buon dialogo".



Negli anni anni passati, si è parlato di pressioni da parte del limone estero, sia esso argentino, turco o spagnolo, con un'evoluzione continua. Si è registrata anche una penuria sul fronte dell'offerta, con prezzi record mai visti prima. Per il 2018, Lonzi dichiara: "Dobbiamo prendere coscienza che la commercializzazione non può essere fermata, ma bisogna trovare le giuste collocazioni per ogni tipo di prodotto. Se a questo colleghiamo il discorso salutistico-nutrizionale e l'essere in regola o meno con i requisiti fitosanitari richiesti dal mercato, posso affermare di credere molto alle sinergie tra Assessorato e Ministero per incentivare i controlli a garanzia di consumatori e produttori".

Rispetto ad altre specie agrumicole che stanno subendo l'attacco di diverse fitopatie, il limone sembra essere una sorta di "nicchia più tranquilla". Abbiamo chiesto a Lonzi se esistono problematiche dal punto di vista fitopatologico che possono colpire il limone. "Il problema è quello solito, il mal secco, che i produttori sanno bene come curare. In passato, la Regione Sicilia ha più volte lanciato delle campagne per la difesa da questa patologia fungina e credo sia una cosa che possa essere riproposta. Abbiamo un Osservatorio delle malattie delle piante, formato da professionisti molto validi, che ci daranno una mano nel sostenere questa lotta".

Fare rete in Sicilia, terra di elevato individualismo, è fondamentale. "La scelta di intraprendere lo sviluppo dei Consorzi di tutela è quella giusta per la nostra Regione. E funziona: nell'ultimo anno la quota di produttori aderenti è aumentata del 25%" conclude Lonzi.

"Lasciando la carica, una delle mie preoccupazioni era quella di non perdere il lavoro fatto - commenta il presidente uscente, Fabio Moschella - Lascio il Consorzio decisamente in buone mani. Non è facile gestire una realtà di questo tipo".

Nel chiedere a Moschella quali siano stati i passaggi più difficili, nell'arco degli ultimi 13 anni, l'ex presidente risponde: "Tutte le procedure comunitarie, quindi il riconoscimento del prodotto, del Consorzio, della modifica al disciplinare; tutto l'aspetto procedurale-burocratico è stato molto lungo e abbastanza complesso. Dall'altro lato, le soddisfazioni sono state altrettanto intense. Il nostro limone è ormai riconosciuto e valorizzato in tutta Europa, e tutelato è stato il reddito degli agricoltori".

"Sono orgoglioso del lavoro svolto come squadra, con grande serenità, condivisione di intenti e senza conflitti interni. La principale soddisfazione è legata comunque al prodotto, ora posizionato sui mercati europei e che è uscito dalla fase di mera commodity".

La concorrenza che il limone siciliano soffre di più è quella spagnola, in quanto la Spagna ha lo stesso calendario di commercializzazione dell'Italia. "I volumi dell'emisfero sud impattano meno, perché sono presenti in un periodo in cui noi non abbiamo prodotto. E il tema della ricerca dell'innovazione è il grande obiettivo cui tendere per allungare il calendario, contando sull'aiuto delle Università e dei centri di ricerca pubblici".

L'esperienza del Consorzio, per Moschella, è stata ricca. "Vorrei trasmettere fiducia al settore dell'ortofrutta italiana, nel senso che se si lavora bene, facendo gruppo e con serietà, i risultati arrivano. E' un modello di successo, che può essere replicato dal punto di vista gestionale. Ed essere riusciti a farlo in Sicilia, vale doppio".

Anello comunicante tra il "vecchio" e il "nuovo", il direttore del Consorzio Gianluca Agati, il quale dichiara: "Ci sono dei progetti da portare avanti, le superfici sono in aumento, i produttori stanno scommettendo sul limone e tra tre/quattro anni si avrà inevitabilmente un aumento dell'offerta".

"In questi anni dovremo cogliere le opportunità di finanziamento e co-finanziamento per portare nuove risorse al Consorzio, e creare nuovi presupposti per mantenere alta la domanda e vivo l'interesse del pubblico nei riguardi del Limone di Siracusa IGP".

Previsti, inoltre, progetti di promozione, di ricerca (attraverso il programma di sviluppo rurale) e di finanziamento diretto.

"Personalmente, darò il massimo come sempre, affinché si continui a promuovere la diffusione del Limone di Siracusa IGP in Italia e all'estero".