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Dati Ismea

Consumi alimentari in crescita: +3,2 per cento la spesa degli italiani nel 2017

Secondo il monitoraggio condotto da Ismea sui consumi, la spesa degli italiani nel settore del food & beverage torna a crescere in maniera significativa (+3,2%). Aumentano del 4,6% gli acquisti di bevande e del 3% quelli di prodotti alimentari. L'incremento rispetto all'anno precedente riguarda sia i prodotti confezionati (+3,7%) sia quelli sfusi, che segnano un +1,8%, in controtendenza rispetto al 2016.

Il packaging assume infatti sempre più un ruolo fondamentale come mezzo per veicolare i nuovi claim: "senza zuccheri aggiunti", "senza latte e uova", "senza olio di palma", "senza glutammato aggiunto", "senza glutine", nonché la presenza di nutrienti fondamentali quali "omega3" ferro, vitamine.

I dati lo confermano: infatti i segmenti naturale e benessere la fanno da padroni, rappresentando in molti casi una crescita a due cifre (pasta di semola integrale: +16%, riso integrale: + 20%, ma anche frutta secca: +7,9% nel 2017 da sommarsi al +7,7% del 2016).

Ripartizione della spesa per acquisti di prodotti alimentari (quote % spesa sul totale)

Clicca qui per un ingrandimento del grafico.

A fronte di quest'attenzione per prodotti salutistici, gli italiani sembrano però ricercare anche praticità ed esperienze particolari di gusto. Dall'analisi dei trend, infatti, emerge un apprezzamento per le zuppe pronte (+33%), dolci e dessert (+1,7%), infusi (+1%) e per gli ortaggi di IV gamma (+4,3%). Se quindi da una parte ci sono i consumatori (circa la metà) che nel corso degli anni non hanno variato il proprio modo di consumare, rimanendo legati ai prodotti semplici della dieta mediterranea; dall'altra si sono formate due nuove categorie di consumatori che il mercato deve assolutamente soddisfare.

I "consapevoli" pari a circa un quarto della popolazione, sono quei consumatori che attenti alla salute e alla sostenibilità scelgono prevalentemente prodotti bio, IG, DOP, Km 0, e gli "sbrigativi" pari al restante quarto di popolazione, rappresentato da quella fetta di persone che danno precedenza alla praticità nella preparazione, consumano quindi prevalentemente piatti pronti, sostituti del pane, insalata in busta, cibi surgelati e precotti, snack e merendine. Il trend positivo della spesa investe, in realtà, tutte le filiere, ma è in alcuni casi da ascriversi al solo aumento dei prezzi medi unitari.

Si confermano gli apprezzamenti per frutta e ortaggi, che hanno rappresentato, nel 2017, una spesa pari ad un quinto dell'esborso per l'alimentazione.

Per quanto riguarda la frutta, l'aumento di spesa riguarda sia la fresca che la trasformata (+4,3% e +3,5%). Differenti le dinamiche per le diverse referenze: buono l'andamento dei volumi e dei prezzi per la frutta estiva (angurie, meloni, uva, susine); mentre hanno registrato volumi in aumento ma sono stati penalizzati sul fronte dei prezzi sia i limoni che le pesche. Per le arance e le mele i volumi commercializzati sono risultati ridotti per la minore offerta. Per le mele il recupero dei prezzi nella seconda metà dell'anno, seppur sostanzioso, non è stato sufficiente a portare in positivo la spesa rispetto al 2016. Tra i vari prodotti si continua a distinguere la frutta in guscio, con scontrini in costante crescita (+9,7 punti percentuali verso il 2016 e +18% verso il 2015).


Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

Nel segmento degli ortaggi il trend di spesa rispetto al 2016 è del +4% ed anche in questo caso l'espansione è trainata sia dai prodotti venduti "tal quali" che dai trasformati (+7,4%); in aumento anche il segmento dei surgelati (+2,4%).

A fronte di una contrazione della spesa per le patate (-1% malgrado l'aumento dei volumi dell'1%) e per i prodotti a base di pomodoro (-0,5%), si è speso di più per finocchi, carciofi, pomodori e melanzane, sebbene per tutti la dinamica sia sostenuta dai prezzi in crescita, mentre i volumi acquistati sono stati in leggera contrazione. Anche in questo caso va evidenziato come nei mesi estivi, i prezzi siano stati per quasi tutti i prodotti inferiori a quelli della precedente campagna, ma compensati in alcuni casi da incrementi di volume, mentre per i prodotti invernali l'aumento dei prezzi ha permesso l'aumento della spesa complessiva, senza accompagnarsi ad un aumento dei volumi.

Elaborazione FreshPlaza su fonte ismea.it
Data di pubblicazione: