AL.MA. tratta prevalentemente avocado verde, che è quello più richiesto dal mercato italiano. Le origini di approvvigionamento sono Israele, Sudafrica, Perù e riesportazioni dai Paesi Bassi.
Avocado Arad.
"Le forniture da Israele sono ormai al termine. Gli avocado Arad non sono più disponibili. Sono rimasti i Pinkerton, ma si andrà avanti solo fino all'undicesima o dodicesima settimana del 2018. Da parte loro, le forniture dal Sudafrica non cominceranno prima della 14ma settimana".
Avocado Pinkerton.
L'importatore prevede di colmare il gap con avocado di varietà Fuerte provenienti dal Perù, ma le dimensioni dei frutti sono molto più piccole quest'anno: "L'offerta è connotata da calibri 18 o 16, ci sono pochi 12 o 14. In Italia piace il calibro 10, ma praticamente non ce n'è".
Avocado Fuerte
Secondo rumors ancora tutti da verificare, pare che potrebbero arrivare avocado dal Mozambico nella decima settimana: si tratterebbe, se la notizia fosse confermata, di un nuovo fornitore.
Avocado ready-to-eat: un'arte riservata a pochi
In merito poi alla maturazione dell'avocado, di tanto in tanto si sente qualche lamentela sul fatto che il prodotto proposto come ready-to-eat (cioè al giusto grado di maturazione per essere consumato subito) risulta invece troppo morbido o troppo duro.
Claudio Gorini conferma che l'arte della corretta maturazione dell'avocado è ancora appannaggio di pochi operatori qualificati: "La compagnia olandese Nature's Pride, per esempio, si distingue in positivo con i suoi avocado a marchio Eat Me. Evidentemente hanno investito molto nello sviluppo della corretta tecnologia di maturazione, affrontandone i costi. Con il loro prodotto - benché assai costoso - si va sempre sul sicuro, perché presenta una maturazione ottimale. Altri operatori si sono lanciati in questo tipo di proposta, ma i risultati non sempre sono all'altezza delle aspettative. Noi non conosciamo la formula magica per ottenere un avocado ready-to-eat, altrimenti la applicheremmo alla nostra linea di esotici di qualità premium".
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