La Gdo valorizza l'asparago italiano, ma serve continuita' nella fornitura
Germano Fabiani (direzione commerciale food - responsabile reparto frutta per Coop) ha confermato che si tratta di un segmento in crescita, "mentre i volumi in generale dell'ortofrutta non sono in aumento (anzi), la categoria asparago cresce, ma non la modalità di presentazione che rimane spesso dozzinale. Viene premiato il prodotto legato al territorio, il bio, mentre quelli tradizionali non crescono".
"Ad esempio - ha aggiunto Fabiani - prodotti come l'asparago di Altedo abbiamo sempre cercato di farli trovare nei supermercati prossimi alle zone di produzione, specie quando non ci sono grossi numeri. Due anni fa abbiamo incrementato il marchio Fiorfiore coinvolgendo anche il Consorzio di Altedo. Abbiamo verificato che il bacino di acquisizione si è allargato più di quello che ci aspettassimo. Anche a Milano e in Toscana ci hanno richiesto l'asparago a marchio. Purtroppo rimane in vendita solo 4 settimane. Perché quindi non incrementate le colture protette per ampliare il calendario? Noi vendiamo asparagi tutto l'anno e vorremmo prodotto italiano per più tempo possibile. Chiediamo agli imprenditori di ammodernarsi e adeguarsi anche alle esigenze dei consumatori".
Non va sottovalutato neanche il packaging, anzi, è fondamentale. Cresce il consumo di punte di asparago che arrivano fino a 9 euro/kg. E' una tendenza che va a trainare tutto il segmento quindi occorre tenere conto di ciò anche nei disciplinari di produzione.
Nicola Buoso, buyer di Conad, ha detto che nella catena il reparto ortofrutta vale il 10% del fatturato. Conad è cresciuta del 9,7% rispetto a un anno fa. "Gli asparagi rappresentano la quinta referenza nel momento di punta stagionale e il valore del venduto è stato di 7 milioni di euro. Il 60% del prodotto venduto va da metà marzo a metà maggio. Quando c'è prodotto nazionale, l'estero non lo vendiamo più".
"In Conad la maggior parte dell'asparago proviene dalla Puglia. Ciò che conta è avere continuità e qualità. La continuità è fondamentale. L'Emilia Romagna non ci garantisce continuità, la Puglia sì".