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A Ferrara un convegno organizzato dal Cso e Consorzio Asparago Verde di Altedo Igp

Asparago, in Italia puo' solo crescere in volume e valore

La produzione di asparago e la sua commercializzazione sono in crescita. Forse si tratta di una delle poche verdure che, negli ultimi anni, è aumentata. Per questo ci sono margini di miglioramento in tutta Italia. Se ne è parlato ieri mattina, 19 febbraio 2018, a Ferrara, durante un convegno organizzato dal Cso e dal Consorzio Asparago Verde di Altedo Igp.


Sala piena al convegno sull'asparago

I lavori, coordinati dal presidente Cso Paolo Bruni, sono iniziati con la presentazione dei dati da parte di Elisa Macchi e Tomas Bosi del Cso. Germania, Spagna e Italia sono le prime tre nazioni produttrici in Europa. In totale, nell'UE se ne producono 310mila tonnellate. Questi tre paesi forniscono il 70% della produzione totale. La Germania nel 2016 contava 22mila ettari di asparago e 120mila tonnellate prodotte. La Spagna conta circa 60mila tonnellate di cui l'80% di asparago bianco. L'Italia produce circa 50mila tonnellate l'anno, per lo più di asparago verde.



"In Italia - ha detto Bosi - sono queste le regioni produttrici: Puglia con il 50% della superficie totale, Veneto 18%, Campania 10%, Emilia Romagna 6%. Le Dop e Igp sono: Asparago bianco di Bassano, Cantello, Badoere, Bianco di Cimadolmo, e IGP di Altedo che è l'unico verde".



In Italia il verde è circa l'85%. Al 90% il prodotto è per il mercato interno del fresco. Gli acquisti in volume sono aumentati del 13% nel 2016. Ma c'è ascesa anche verso l'estero con circa 8000 tonnellate l'anno. Non mancano le importazioni che sono circa 4000 ton. l'anno, provenienti per lo più dalla Spagna. I margini di sviluppo sono enormi, con margini per incrementare.


Platea gremita ieri a Ferrara, alla sede del Cso

Il presidente del Consorzio, Gianni Cesari, ha affermato che il riconoscimento Igp è arrivato nel 2003: comprende un territorio di 30 comuni in provincia di Bologna e 26 a Ferrara. Ora la parte più difficile è pubblicizzare l'asparago di Altedo e farlo conoscere valorizzandolo grazie al disciplinare di produzione.

Simona Rubbi ha presentato le novità in vista per il disciplinare dell'asparago di Altedo. "E' in corso un aggiornamento al fine di modificare quegli aspetti che possono migliorarne la produzione. Prima di tutto è stato aggiornato l'elenco delle varietà. Sono state aggiunte Franco, Giove, Ercole, Vittorio, Athos che derivano dal miglioramento genetico della precoce di Precoce di Argentuil".


Il tavolo dei relatori

"E' stata aumentata la resa ad ettaro, passando da un massimo di 10 a 12 tonnellate ad ettaro. Circa il confezionamento e l'etichettatura, tutto dovrà convergere ad una omogeneità in modo da non confondere il consumatore. Si potranno aggiungere marchi collettivi o anche co-branding con la Gdo.
Scopo è quindi di entrare nella Gdo".

Ma quali sono i tempi per approvare queste modifiche? Simona Rubbi ha spiegato che la prassi prevede passaggio in Regione, al Ministero e poi alla Commissione europea. L'auspicio è che tutto sia in vigore per la campagna 2019.



Franco Girotti dell'Ufficio tecnico di Apofruit ha fatto il punto sulle varietà che stanno per essere inserite nel disciplinare. Le piante maschili producono il 30% in più, quindi gli ibridi sono tutti maschili. Sono anche più resistenti alle malattie e sono più omogenei. Le varietà inserite sono tutti ibridi e la principale è Eros che rappresenta attualmente l'80% della produzione. E' tardivo, ha colore turione cupo, molto attraente, rese produttive molto alte e l'extra è il 50% sul totale del prodotto. In Veneto questa varietà si usa per fare il bianco. E' longevo: esistono asparagiaie di oltre 20 anni.


Asparagiaia (foto d'Archivio)

"Athos è una nuova varietà - ha spiegato Girotti - più precoce di Eros che si adatta alle zone sabbiose. L'obiettivo del miglioramento genetico è quello di diminuire le entrate in campo, diminuire il fabbisogno d'acqua, aumentare la distanza fra le file. Nel nuovo disciplinare chiediamo un cambiamento nel sesto per una forbice fra 18mila e 23mila piante per ettaro. Sta facendosi spazio la sub irrigazione e anche la fertirrigazione. E' ormai obbligatorio mettere l'ala gocciolante per garantire una produzione con rese importanti e di qualità".



Danilo Pirani per Patfrut ha posto l'accento sulla valorizzazione del prodotto. "L'asparago verde di Altedo Igp è un prodotto storico, radicato nel territorio da secoli. Occorre comunicare al consumatore questa peculiarità, perché in questi territori già in passato c'erano produzioni spontanee. Abbiamo un prodotto che si distingue per la propria qualità organolettica. I margini per migliorare ci sono perché ben il 60% delle famiglie italiane non conosce l'asparago, non lo acquista e non lo consuma. Occorre raggiungere queste 6 famiglie su 10".

La chiusura del convegno è stata a cura di Simona Caselli, assessore all'agricoltura della Regione Emilia Romagna. "Valorizzate il logo Igp, è un simbolo che va messo bene in evidenza. I marchi di identificazione possono aiutare a uscire dall'anonimato. A volte però si arriva a una contrapposizione invece che a una collaborazione fra produttore e distribuzione. La Gdo vuole continuità o, perlomeno, una taratura nella fornitura da abbinare alle pubblicità sui volantini. Da un punto di vista agricolo occorre ragionare per incrementare e organizzare la produzione".

Contatti
Consorzio di Tutela dell'Asparago Verde di Altedo

Piazza Unità d'Italia 2
40051 Malalbergo (BO)
Tel.: (+39) 051 6620210
Fax: (+39) 051 872454
Email: info@asparagoverdealtedoigp.it
Web: www.asparagoverdealtedoigp.it