Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

L'esposizione degli agrumi all'ozono durante la conservazione riduce l'incidenza di marciumi

Gli agrumi hanno un pH tissutale inferiore a 4, per cui sono fortemente soggetti ad attacchi fungini nella fase post-raccolta. La muffa azzurra (Penicillium italicum) e la muffa verde (P. digitatum) rappresentano le più comuni e gravi cause di alterazione degli agrumi, sia durante la conservazione sia durante la distribuzione della frutta.

Fisiologi e chimici dell'Università Pablo de Olavide di Siviglia hanno studiato gli effetti dell'esposizione continua e intermittente (=simulazione del ciclo giorno-notte) all'atmosfera arricchita di ozono (da 1,6 a 60 mg/kg) a 5°C per 28 giorni e successiva shelf-life a 20°C per 15 giorni su sei varietà di agrumi (due mandarini: Fortune e Ortanique e quattro arance: Navelate, Lanelate, Salustiana e Valencia).



In primo luogo è stata valutata la crescita in vitro e in vivo di Penicillium digitatum e Penicillium italicum. Sulla base dei risultati ottenuti, l'esposizione continua a 60 mg/kg di ozono e intermittente a 1,6 mg/kg di ozono sono stati i trattamenti selezionati per prove industriali, mentre l'incidenza di decadimento e oleocellosi, il colore, la consistenza, la perdita di peso e il succo (contenuto in solidi solubili, pH, acidità titolabile e vitamina C) sono stati analizzati. 

I risultati hanno mostrato che l'applicazione dell'ozono non era dannosa per la qualità del frutto e la fase di latenza di P. italicum nelle arance esposte all'ozono era 3 volte superiore rispetto all'esposizione in assenza di ozono.

"Lo studio - concludono i ricercatori - ha mostrato che l'applicazione dell'ozono continuo e intermittente ha ritardato decadimento e incidenza di oleocellosi, ha rallentato lo sviluppo del processo di colorazione e ha ridotto la perdita di peso e consistenza del frutto. Per le applicazioni industriali, il vantaggio dell'utilizzo dell'ozono per 12 ore/giorno, simulando un ciclo giorno-notte, è che i lavoratori non sarebbero esposti all'ozono all'interno della cella frigorifera durante il turno diurno".

Fonte: García-Martín Juan Francisco, Olmo Manuel, García José María, 'Effect of ozone treatment on postharvest disease and quality of different citrus varieties at laboratory and at industrial facility', 2018, Postharvest Biology and Technology, Vol. 137, pag. 77-85.