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Analisi Coface

Vendere all'estero: la mappa dei Paesi a rischio e di quelli tranquilli

Una fotografia sui Paesi esteri più a rischio e quelli con cui è bene fare affari. Coface, uno dei maggiori gruppi al mondo nell'assicurazione dei crediti, da qualche tempo sta aumentando la propria presenza al fianco delle aziende del settore ortofrutticolo (cfr. Freshplaza del 5/12/2017) e il rapporto annuale sui rischi nei vari mercati torna utile a tutte le imprese che vendono all'estero.


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"Il 2017 - si legge in una nota Coface - ha regalato piacevoli sorprese economiche. Solo tredici Paesi hanno concluso l'anno in fase di recessione, contro venticinque nel 2016. Il commercio mondiale ha fatto un salto spettacolare (+4,4% nel 2017 secondo le previsioni di Coface, dopo un +1,5% nel 2016), mentre il rischio protezionistico alla fine non si è materializzato: il numero netto di misure protezionistiche a livello mondiale ha raggiunto 283 nel 2017 contro 374 nel 2016, nonostante l'incremento negli Stati Uniti. L'attività si è rivelata più solida del previsto negli Stati Uniti, in Europa e in diversi paesi emergenti, dove è stata sostenuta dal graduale rialzo dei prezzi di varie materie prime. Sono così migliorate le valutazioni paese del Brasile (B) e dell'Egitto (B)".

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Fra coloro che hanno tratto vantaggio dall'accelerazione del commercio mondiale vi sono diverse economie aperte, le cui valutazioni/paese migliorano: i Paesi Bassi (A1), la Corea del Sud (A2), Taiwan (A2), Singapore (A2) e Hong-Kong (A2). La Grecia approfitta del miglioramento della fiducia di famiglie e imprese e lascia la categoria C (rischio elevato) per la B (rischio abbastanza elevato).

Nonostante il rischio politico ancora elevato, Coface migliora la valutazione dell'Ucraina (ora in C), della Moldavia (C) e della Georgia (B) che ritrovano una buona crescita sulla scia del recupero della Russia e della netta ripresa in Europa. Il Kazakistan (B) beneficia dell'aumento della sua produzione e degli investimenti pubblici legati al progetto cinese della "nuova via della seta".

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Nel 2018, la crescita mondiale potrebbe raggiungere il suo massimo (Coface prevede +3,2%). Nei paesi emergenti ci si aspetta una ripresa più forte (+4,6% secondo Coface) e soprattutto più sincronizzata. Nei paesi avanzati, l'evoluzione in calo delle insolvenze prosegue, ma comincia a esaurirsi (previsione di appena -1,8% nel 2018, dopo -6% nel 2017), in quanto molti paesi sono già tornati ai livelli pre-crisi. Il Regno Unito assisterà a un aumento delle insolvenze (+10% secondo Coface) in un contesto di incertezze politiche persistenti.

Tre rischi principali nel 2018
Questa ripresa mondiale non sarà esente da rischi. Coface lancia un avvertimento su tre rischi principali:

1) Vincoli di offerta più forti nelle economie avanzate
A partire dal secondo semestre, la questione del surriscaldamento sarà particolarmente rilevante per le imprese dei paesi avanzati. I livelli di disoccupazione storicamente bassi in Germania, negli Stati Uniti ma anche in Europa centrale indicano che le imprese sono vicine ai limiti di capacità produttiva. Questo problema d'offerta si estende alle aziende francesi che, paradossalmente, sono alle prese con carenza di manodopera nonostante gli alti livelli di disoccupazione, cosa che potrebbe limitare la loro crescita.

2) Rischio bancario ancora presente in Cina
Riemergono le debolezze strutturali dell'economia cinese, temporaneamente celate nel 2016 e 2017 grazie agli investimenti pubblici: impennata dell'indebitamento delle imprese in forma di credito bancario e shadow banking. In tale contesto, il rischio bancario aumenta sensibilmente, in particolare tra le banche piccole e medie.

3) Rischio politico sotto osservazione in un contesto affollato di appuntamenti elettorali
Non va esclusa una ricomparsa del rischio politico nel 2018. Il malcontento sociale è ancora elevato nei paesi emergenti all'inizio di un anno caratterizzato da numerose elezioni e si unisce a un alto livello dell'indice di rischio di disordini sociali in Iran (score Coface del 71%), Libano (65%), Russia (64%), Algeria, Brasile e Messico (61% ciascuno). In Medio Oriente questo rischio è amplificato dalla volatilità del prezzo del petrolio. Anche l'Arabia Saudita è caratterizzata da un livello di rischio elevato in proposito (score del 65%). Coface abbassa la sua valutazione del paese a C.

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"La Conferenza Rischio Paese 2018 ci restituisce un quadro tendenzialmente positivo, con buoni segnali di fiducia anche per l'Italia - sottolinea Ernesto De Martinis, CEO di Coface in Italia - Per quanto riguarda il nostro Paese, le aspettative di un consolidamento dell'economia nel 2018 rappresentano un importante elemento di spinta, rafforzato anche dal fatto che è scarsa la preoccupazione rispetto agli esiti del voto politico del 4 marzo. Un quadro, in sintesi, incoraggiante, che fa ben sperare sulle prospettive dell'anno", ha concluso De Martinis.

Le valutazioni paese di Coface (160 paesi) si basano su una scala di 8 livelli in ordine crescente di rischio: A1 (rischio molto basso), A2 (rischio basso), A3 (rischio abbastanza moderato), A4 (rischio moderato), B (rischio abbastanza elevato), C (rischio elevato), D (rischio molto elevato), E (rischio estremo).

Il gruppo Coface, uno dei leader mondiali nell'assicurazione dei crediti, offre a 50.000 imprese di tutto il mondo soluzioni per proteggersi dal rischio di insolvenza dei propri clienti, sia sul mercato domestico che export. Il Gruppo, che ambisce a essere la compagnia di assicurazione dei crediti più agile del settore, è presente in 100 paesi ed è supportato da 4.300 collaboratori raggiungendo un turnover consolidato di 1,411 miliardi di euro nel 2016. Ogni trimestre, Coface pubblica le valutazioni rischio paese, basandosi sulla conoscenza unica del comportamento di pagamento delle aziende e sulla expertise dei suoi 660 arbitri e analisti credito vicini ai clienti e debitori.

Contatti:
Antonella Vona
Via G. Spadolini 4,
20141 Milano - Italy
Tel.: +39 02 4833 5111
Email: antonella.vona@coface.com
Web: www.coface.it