I mirtilli vanno forte in Europa dell'Est
Ad affermarlo è Paolo Zanzi, della Vivai F.lli Zanzi di Ferrara. "E' una specie che ha conosciuto incrementi importanti - spiega il responsabile - pur con differenze sostanziali. Nel nostro caso, abbiamo tanti clienti italiani che, mediamente, acquistano piante per superfici piuttosto limitate. I produttori sono piuttosto piccoli, in termini di estensioni; spesso vendiamo piante ad agriturismi che realizzano impianti per il consumo legato all'attività di ristorazione. Va anche detto che coltivare mirtilli non è semplice e non ci si improvvisa".
Zanzi sottolinea che sono i Paesi dell'Est a muovere numeri importanti, in particolare nazioni della Confederazione russa. Le varietà che vanno per la maggiore sono Duke, caratterizzata da precocità, e Blue Crop. "In Italia le zone di produzione - aggiunge - sono più o meno le solite: Trentino, Arco alpino, al sud la Calabria, e sulla dorsale appenninica. In genere non vi sono aziende molto ampie se non in qualche sporadico caso, almeno per quello che ci compete".
Chi ha una superficie discreta, per gli standard italiani, è Cesare Pasello di Samarate, in provincia di Varese. Coltiva 2000 piante di mirtillo gigante e la produzione 2017 è stata molto positiva: "Ottima qualità, ottime quantità, buon prezzo" commenta. "Credo che il segreto stia nel terreno adatto, con ph leggermente acido, e della esposizione. Non ho fatto fertirrigazione ma solo irrigazione, a goccia, di sera e al mattino presto".
Il canale di vendita è presso strutture private. L'azienda è dotata di una cella frigorifera per lo stoccaggio del prodotto, in modo da iniziare la catena del freddo subito dopo la raccolta.