Nasce la Federazione Europea Agromercati all'Ingrosso
Più che di "lobby", per ora le sette federazioni costituenti (francese, spagnola, tedesca, polacca, portoghese, greca, italiana) parlano di "confronto". Ma tutte e sette unanimi ritengono opportuno e irrinunciabile per consumatori e aziende che la maggiore infrastruttura distributiva di prodotti agroalimentari freschi nell'Europa dei 27 (in totale distribuisce 25 milioni di tonnellate annue, assicura 150.000 posti di lavoro, accoglie e valorizza l'offerta di 25.000 agricoltori, dichiara vendite per 70 miliardi di euro, rifornisce 200 milioni di consumatori) riempia di legittimi interessi, attenzioni ambientali e proposte razionali il vuoto di rappresentatività che "inspiegabilmente" a Bruxelles e Strasburgo sconta il settore degli Agromercati all'ingrosso. E cioè che a fronte di norme e regole comuni, su temi come sicurezza alimentare, controlli igienico-sanitari, gestioni di rifiuti, nuove tecnologie, standard di qualità, assetti logistici, catena del freddo, segua l'ammissione di queste strutture in piani comunitari di sviluppo e investimento a favore – in primis – di consumatori e produttori agricoli.
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Italiani, francesi, spagnoli vorrebbero federarsi. Greci e polacchi frenano. La veste organizzativa sarà decisa più in là. Intanto, nei consessi di via de Burrò – dibattiti, tavoli di lavoro, gruppi di studio – i convenuti hanno ribadito l'importanza delle attività, dei volumi e degli interessi dei produttori agricoli locali e dei coltivatori diretti (oltre 200 nel CAR di Roma, che da sempre conta sulla convivenza tra grossisti e produttori) attivi nei centri agroalimentari.
Per lo spagnolo David Martinez Fontano "è negli Agromercati che la filiera si accorcia di più, senza che si riduca la professionalità". Padrone di casa come presidente della rete (Italmercati) dei dieci primi agromercati italiani all'ingrosso e direttore generale del più grande (il CAR di Roma), Fabio Massimo Pallottini ha segnalato ai colleghi il momento delicato in cui il neonato organismo di rappresentanza aprirà il dialogo con Bruxelles: "Si avvicina la stesura del bilancio dell'Unione, poi ci sarà la riforma della Politica agricola europea del 'Dopo 2020' ed in quest'ottica gli obiettivi comunitari di sviluppo rurale, sicurezza alimentare, promozione dei prodotti, informazione ai consumatori, controlli di qualità e rilancio delle filiere corte non possono vedere esclusi gli agromercati all'ingrosso dalle politiche agricole europee, perché ne costituiscono l'ossatura commerciale".