Kiwi, occorre impegno per collocare i calibri piu' piccoli
Un operatore privato, che commercializza all'estero il 90%, ci dice che "non c'è una richiesta fortissima, in questi giorni di ripresa post Natale e Capodanno. La storia si ripete: i calibri importanti, le linee premium, tengono il prezzo. I piccoli meno. Il fatto è che quest'anno, a causa di temperature alte e siccità, manca mediamente un calibro".
L'operatore porta un esempio: "Poco fa ho parlato con un cliente del Canada. Ragionando su trasporto e prodotto di discreta qualità, il prezzo che ho proposto è attorno a 1,50 euro/kg. Non è eccezionale, ma sarebbe buono e darebbe margini a noi produttori. Dalla contrattazione è emerso che il cliente vorrebbe pagare 20 centesimi in meno. Si tratta di quantità piuttosto importanti. Che fare? Entrano in gioco tanti fattori, ma è chiaro che qualcosa dovrò lasciare, avvicinandomi alla sua richiesta".
Il fattore Grecia è piuttosto fastidioso. Nei mercati dell'est Europa, o nei Balcani, dove in genere non viene richiesta l'alta qualità, il prodotto greco è più competitivo di quello italiano sul fronte prezzi. La qualità però non sempre è paragonabile.
E per quanto riguarda la conservabilità, l'annata 2017-18 non riserverà sorprese: "Grazie all'andamento non si registrano problemi in cella. Il grado Brix potenziale c'è, la qualità pure e il prodotto si conserva senza sorprese. Dobbiamo solo riuscire a collocare dignitosamente i calibri più piccoli".