Cancro al seno: uno studio rivela il ruolo di soia e verdure crocifere sugli effetti collaterali delle cure
I ricercatori dicono che le persone che sopravvivono alla malattia spesso subiscono effetti collaterali per i trattamenti che possono durare per mesi o anni dalla fine del trattamento. Per esempio, poiché molti trattamenti progettati per prevenire la recidiva del cancro al seno frenano la produzione di estrogeni, i pazienti spesso subiscono sudorazioni notturne o vampate di calore.
Le persone sopravvissute al cancro al seno coinvolte nello studio includevano 173 bianchi non ispanici e 192 cinesi americani, compresi cinesi nati negli Stati Uniti e immigrati cinesi. Nello studio, un maggiore consumo di verdure crocifere e cibi di soia sono associati a una riduzione dei sintomi della menopausa. Un maggiore consumo di soia è associato anche ad una minore stanchezza.
Le sostanze vegetali, come i glucosinolati nelle verdure crocifere e gli isoflavoni nei cibi a base di soia possono essere la fonte dei benefici. I glucosinolati influenzano i livelli degli enzimi metabolizzanti che possono regolare l'infiammazione e i livelli di estrogeni, attenuando i sintomi legati al trattamento. Gli isoflavoni si legano ai recettori degli estrogeni ed esercitano deboli effetti estrogeni.
I risultati ottenuti in studi sugli animali mostrano che i composti attivi biologicamente presenti sia nella soia che nelle verdure crocifere provocano la crescita delle cellule del cancro, ma hanno effetti opposti negli animali che consumano questi composti da molto prima della diagnosi e che continuano a consumarli durante e dopo i trattamenti contro il cancro. Per questa ragione, i pazienti non dovrebbero cominciare improvvisamente a mangiare soia, se non la mangiavano già prima.
Secondo Sarah Oppeneer Nomura, autrice principale dello studio, questo progetto affronta l'importanza del possibile ruolo dei fattori dello stile di vita, come le abitudini alimentari, in relazione agli effetti collaterali delle cure, che spesso spingono le persone sopravvissute ad interrompere i trattamenti in corso.