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Sfide e prospettive del settore pataticolo italiano: intervista al direttore Unapa Fausto Bosca

Sin dalla sua fondazione, Unapa-Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate rappresenta il mondo della pataticoltura italiana sia in sede europea che nazionale. Fondata nel 1987, ha cambiato denominazione nel 2005 diventando impresa commerciale; oggi è un'organizzazione comune in forma di società Consortile.

FreshPlaza ha intervistato il direttore dottor Fausto Bosca per un'analisi da tutto tondo circa le sfide e le prospettive del settore: "Da un punto di vista societario, abbiamo richiesto due anni fa il riconoscimento come AOP. Purtroppo non abbiamo ancora avuto un riscontro, in quanto non è chiaro quale sia l'Istituzione competente in questo caso, se il Ministero oppure le Regioni", ci riferisce il direttore.



Unapa è attualmente composta da 10 organizzazioni di produttori operanti in 9 diverse regioni italiane e rappresenta circa 400mila tonnellate di tuberi tra la merce destinata al consumo fresco e quella che va alla trasformazione industriale. Il fatturato, a seconda dell'andamento stagionale, si colloca tra i 50 e i 60 milioni di euro. La caratteristica delle OP aderenti a Unapa sta nel fatto che detengono la completa gestione del prodotto, commercializzando il 100% della produzione degli associati, con la finalità di difenderne il reddito.

Come riferisce Bosca, c'è una sorta di spartiacque nella storia del settore pataticolo italiano: è l'anno 2011, che segna la discontinuità tra una fase anteriore all'inclusione delle patate nella OCM-Organizzazione Comune di Mercato ortofrutta e la fase successiva. "Finché le patate non erano ricomprese nell'OCM, furono possibili degli interventi con fondi nazionali, che permisero a Unapa di attuare alcuni provvedimenti mirati, a vantaggio degli operatori del settore: ad esempio stipulare dei contratti di fornitura per l'industria mediante la sigla di accordi interprofessionali annuali e dare alle cooperative la possibilità di stoccare merce nei propri magazzini, allo scopo di dosare meglio l'immissione dei tuberi sul mercato e modulare correttamente il rapporto fra domanda e offerta. Queste iniziative consentirono per anni di garantire un reddito soddisfacente ai produttori."

In effetti, guardando i numeri, della firma del primo accordo interprofessionale (siglato nel 1988) con il settore della trasformazione industriale, il conferimento delle imprese pataticole italiane all'industria era intorno alle 50mila tonnellate, contro 150mila tonnellate di fabbisogno. In pochi anni (all'inizio del Millennio), grazie all'accordo, le imprese italiane arrivarono a fornire fino a 200mila tonnellate, con approvvigionamenti dall'estero ridotti di molto e limitati al periodo tra gennaio e aprile, cui subentrava da giugno a marzo la fornitura italiana. Il tutto con una buona ricaduta per la bilancia commerciale del nostro Paese.

Nel 2011, tuttavia la UE ha definito per le patate alcune norme di qualità, ricomprendendole all'interno dell'OCM e dunque abolendo la possibilità di fornire aiuti di Stato al settore. Bosca commenta: "Da allora, abbiamo cominciato a camminare con le nostre proprie gambe e a confrontarci con un mercato sempre più difficile, dove le sfide aumentano giorno dopo giorno".

Unapa svolge tuttora un lavoro molto delicato: "Oggi orientiamo i nostri interventi all'erogazione di servizi di natura tecnico economica agli associati, di fronte ad alcune criticità emergenti".

Si pensi ad esempio alla crescente pressione da parte di parassiti e fitopatie, dovuta al venir meno dell'autorizzazione all'impiego di molecole attive contro nematodi, elateridi e Tignola. "La lotta alle fitopatie - conferma il direttore Unapa - sta diventando sempre più impegnativa, con ricadute importanti sulla produttività e quindi sul reddito dei coltivatori. Si pensi che in alcuni aree del Paese a causa degli elateridi si registrano danni fino addirittura al 10–20% per raccolto. A breve presenteremo uno studio su tale problematica per condividere questo tema con le Istituzioni e avviare ricerche mirate all'elaborazione di soluzioni".

"Un altro elemento che stiamo curando è quello relativo alla possibilità di stipulare polizze assicurative in convenzione per i nostri associati, al fine di proteggersi dalle perdite di prodotto derivanti da eventi calamitosi (sempre più frequenti frequenti), usando non soltanto lo strumento delle polizze agevolate ma strumenti avanzati per garantire il reddito delle OP".

Un ulteriore elemento su cui Unapa sta fissando la propria attenzione è l'ottimizzazione dei costi di produzione. "Anche su questo fronte, tuttavia, la politica non ci aiuta, perché non esistono stanziamenti mirati. Si parlava nel 2012 di un piano di settore con finanziamenti da complessivi 3 milioni di euro, che però prima della chiusura dei termini per la presentazione dei progetti è stato rinviato a data da destinarsi, sicché questi fondi non sono mai arrivati. Anche il ritardo nel riconoscimento di Unapa come AOP sta ostacolando la nostra possibilità di avviare promozioni per le patate a marchio di indicazione geografica (DOP/IGP), di fatto facendo venir meno ulteriori opportunità per il comparto. Noi comunque proseguiamo nelle nostre attività con le risorse disponibili".

E alcuni successi sono da intestarsi alla tenacia di Unapa, soprattutto sul fronte del contenimento dei costi di produzione, per rispondere al quale l'Associazione è intervenuta sulla questione del seme. Come spiega il direttore Bosca, fino a pochi anni fa c'era una situazione di monopolio, per cui i produttori italiani pagavano la stessa semente acquistata anche da Spagna e Francia a prezzi superiori rispetto ai propri competitor.


Universa

"Se si pensa che il 30% dei costi nel settore patate è costituito proprio dal seme, era divenuto essenziale agire su questo fronte. Intorno al 2007, Unapa si è confrontata con i principali Istituti di ricerca in Francia per siglare degli accordi e far entrare semente francese in Italia. Ci siamo proposti di realizzare alcuni campi sperimentali nel nostro paese per individuare quelle varietà francesi che potessero essere valorizzate nei mercati nazionali. Fortuna ha voluto che intorno al 2010 si individuassero materiali interessanti, che hanno trovato buona accoglienza sul mercato italiano. Solo nell'ultima campagna 2016/17, Unapa ha importato 3000 tonnellate di seme dalla Francia, con varietà quali Universa, Malice, Aurea e altre, il che ci ha consentito anche una perfetta segmentazione dell'offerta. Premetto che ci sono già 4-5 nuove varietà veramente interessanti in prova, che arriveranno sul mercato nel corso dei prossimi due anni e che ci consentiranno di proseguire su un percorso win-win".


Malice

Per quanto attiene il momento commerciale, per problematiche climatiche l'Italia detiene molto meno prodotto, quest'anno; ciononostante i prezzi saranno comunque bassi perché la produzione italiana conta soltanto un 4% rispetto al totale dell'offerta Europea: "Il mercato non lo facciamo noi, Insomma", commenta il direttore Bosca. Per quanto riguarda i principali cinque paesi produttori di patate in Europa, si attende per quest'anno un incremento dei raccolti del 15,6% rispetto alla media quinquennale e del 17,7% rispetto all'anno scorso. Con la differenza che, mentre nel 2014 tutto il prodotto ottenuto all'estero era risultato di ottima qualità, quest'anno non sarà così: il che determinerà un minore quantitativo disponibile di prodotto di qualità, per cui potrebbe esserci un'inversione di tendenza sui prezzi soltanto dopo gennaio, al termine delle scorte di merce idonea, con una evidente ricaduta positiva sia per l'avvio della campagna di commercializzazione di patate novelle, nonché per le nostre aree vocate per le patate da consumo di qualità ossia il Lazio, l'Abruzzo o la stessa Emilia Romagna".

L'Italia ha visto diminuire la superficie complessiva destinata alla pataticoltura, che è passata da 70.000 e 50.000 ettari, con un'offerta di 1,4 milioni di tonnellate tra patate novelle, patate da consumo fresco e tuberi destinati all'industria. Il nostro Paese rimane ampiamente deficitario e ed è costretto a importare tra le 700 e le 800mila tonnellate prevalentemente da Francia e Germania. Il direttore Bosca specifica che l'offerta è però diversa tra i due paesi: mentre la Francia offre tuberi ad alta lavabilità, la Germania vende merce destinata a mercati più tradizionali e dunque quest'ultima viene quotata anche meno rispetto a quella francese.

Per quanto riguarda il peso del comparto industriale, purtroppo si è gradualmente scesi (intorno alle 60-80mila ton) nelle forniture destinate a questo segmento, nonostante indubbi vantaggi competitivi che i produttori italiani potrebbero offrire alle industrie di trasformazione: "In primo luogo i trasporti, essendo le nostre imprese ubicate più vicino ai trasformatori in paragone a quelle estere. Inoltre va considerato che regioni come la Campania sono in grado di offrire materia prima già a maggio, con un prodotto fresco, quindi, mentre quello estero nello stesso periodo è frigoconservato. Altre regioni in grado di fornire il prodotto per l'industria sono Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e, in misura minore, l'Abruzzo. Vorremmo che i trasformatori prendessero maggiormente in considerazione i nostri punti di forza".

In ultimo, le tendenze in atto per quanto riguarda i consumi. Il direttore Unapa segnala una flessione degli acquisti domestici di patate in Italia a causa di vari fattori. In primo luogo la competizione con altri prodotti quali pasta e ortaggi. L'altro fattore però è quello organolettico: "Si favoriscono troppo le cultivar che presentano altissime rese e altissima lavabilità, ma questo va a scapito dell'aspetto organolettico e gustativo. Noi dobbiamo invertire la tendenza, scegliendo varietà con un contenuto più elevato di sostanza secca, che possano essere destinate a svariati utilizzi, anche fritte o per la realizzazione di gnocchi, pur se con rese per ettaro relativamente inferiori. Dobbiamo tornare a valorizzare il gusto. Questa è l'unica strada per fidelizzare il consumatore".

Contatti:
UNAPA Soc. cons. ar.l.

PAT ITALIA Srl
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Email: ufficio@unapa.it
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