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Agricoltura intensiva e tutela ambientale possono coesistere: il modello Interra Farm

L'agricoltura intensiva può essere anche sostenibile? E può esserlo senza che le imprese agricole vedano la sostenibilità come un fardello? Si è provato a rispondere a tali quesiti in un incontro-dibattito organizzato da Syngenta, in collaborazione con l'Associazione 'Tecnici Network' che raggruppa professionisti di tutta la Sicilia orientale.


Sopra: nel contesto auspicato verso il quale deve tendere l'innovazione, figurano elementi quali: le '
buone pratiche come abitudine' e una 'normativa in continuo aggiornamento sulla sicurezza'.

L'evento svoltosi nei giorni scorsi a Ragusa, in Sicilia, alla presenza di una platea qualificata di oltre 60 partecipanti, ha preso le mosse dall'esempio del progetto 'Interra® Farm', il network di aziende all'avanguardia che applicano il modello di agricoltura intensiva sostenibile.


Nella foto, il dr. Giacomo Purromuto di Syngenta durante la sua relazione

Scopo dell'incontro, peraltro perfettamente centrato, era quello di stimolare il dibattito sul futuro modello di riferimento per l'agricoltura intensiva, partendo da un esempio concreto di aziende virtuose e innovative. Anche perché il tutto si inquadra nelle richieste della normativa comunitaria e nazionale, cui le imprese agricole sono chiamate a rispondere, ai fini della cultura e pratica della sostenibilità. Queste considerazioni sono in linea con quanto contemplato dalla green economy e dal binomio fondante di 'Capitale naturale - benessere umano', come esplicitato nella Legge 221/2015.


Le linee guida raccolte in un libro, grazie al quale valutare non solo le norme cogenti ma anche le buone pratiche da attuare in azienda.

"Agriculture for the Future - Interra Farm è un network di aziende virtuose e innovative - ha spiegato Giacomo Purromuto, Technical & Sustainable Agriculture Expert Area Sud di Syngenta - che applicano le migliori pratiche agricole per la gestione sostenibile degli agrofarmaci e la tutela delle risorse naturali quali acqua, suolo e biodiversità. E' un esempio concreto e applicabile in tutte le realtà aziendali, improntato al continuo progresso e alla condivisione delle migliori pratiche e tecnologie disponibili, adattate alle caratteristiche dei territori; è totalmente aperto e in continua evoluzione; praticabile in tutti i comparti e dalle più diverse tipologie di aziende; inoltre è supportato dalle Istituzioni (c.d. quarta dimensione)".


Una foto parziale del pubblico intervenuto all'evento tenutosi a Ragusa

Quando la conoscenza è senza condivisione si rischia di vanificare gli sforzi volti a tutelare le risorse naturali e vitali: ecco perché serve partire da una corretta informazione dei produttori attraverso una rete capillare di operatori, in grado di veicolare una puntuale informazione tecnico-normativa.


Il dr. Sergio Rizzo, presidente dell'Associazione Tecnici Network

"Innovazione e sostenibilità sono alcuni dei temi dibattuti all'interno della nostra associazione - ha aggiunto Sergio Rizzo, agronomo e presidente di Tecnici Network - Qui abbiamo affrontato in maniera approfondita il tema del PAN-Piano Agricolo Nazionale che oggi detta le regole sulle buone pratiche agricole. Intendiamo trasferire ai colleghi associati il concetto che agricoltura intensiva e tutela ambientale possono coesistere".

Videointervista


Anche Rizzo ha riportato alcuni esempi pratici di aziende virtuose che, oltre a coltivare nel pieno rispetto della legalità, producono all'insegna della tutela ambientale, con attenzione alla salvaguardia delle risorse naturali, anche secondo il succitato modello di Syngenta.


Il Piano Agricolo Nazionale detta le regole sulle buone pratiche agricole

"Se ancora oggi si parla di PAN presso le Istituzioni - ha proseguito Rizzo - noi come associazione, vogliamo parlare di PAN e di agricoltura sostenibile all'interno delle aziende del nostro territorio, che basa la propria economia sulla produzione di ortofrutta di qualità. Non dobbiamo essere solo eccellenza nelle produzioni, ma anche nella tutela dell'ambiente e di tutta la filiera agricola. Noi tecnici dobbiamo essere i divulgatori delle regole del PAN, stimolando gli imprenditori agricoli a mettere in atto tutte quelle azioni coerenti con le misure previste, al fine di raggiungere gli obiettivi di lungo periodo definiti dal PAN stesso".


Sopra: in evidenza la scritta 'Smaltire secondo le normative vigenti e non fai da te'.

Dopo un articolato e partecipato dibattito, è emersa la proposta di implementare l'esempio del modello virtuoso di Syngenta, già applicato in aziende ubicate in tutta Italia e oltre, in un'impresa serricola tipica della 'Fascia trasformata' che possa fungere da modello (azienda-vetrina) da imitare successivamente su vasta scala nel territorio che va da Licata (AG) a Portopalo (SR), con epicentro Vittoria (RG).



Altro prossimo obiettivo, non meno importante, con cui si è chiuso l'incontro, è quello di creare la quarta dimensione della sostenibilità, cioè la sostenibilità istituzionale, in cui tutte le funzioni pubbliche interessate dal PAN dovrebbero sedersi al tavolo con i tecnici e con gli imprenditori agricoli per confrontarsi e valutare i punti critici dei processi dell'attività agricola, di fronte alla sfida della sostenibilità.
Data di pubblicazione: