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Kiwi e Psa: tra convivenza e diffusione

Gli studi in corso inerenti aspetti quali le diversità genetiche tra le differenti popolazioni, come miglioramenti nelle tecniche colturali e sistemi di allerta mediante modelli previsionali applicati a situazioni meteorologiche predisponenti attacchi da parte di Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) agente causale del cancro batterico dell'actinidia, sono stati oggetto di interessanti discussioni nell'ambito del recente convengo mondale dell'actinidia tenutosi a Porto.

In Italia, a 10 anni dalla sua cosi virulenta comparsa e rapida diffusione, oltre a differenti ed importanti miglioramenti dal punto di vista agronomico-colturale, è stata registrata una crescente presa di coscienza per una convivenza con un'epidemia fitopatologica particolarmente dannosa e che oggi interessa praticamente l'intero territorio nazionale dove vengono coltivate a scopo commerciale differenti specie e cultivar di actinidia.

In merito alle strategie fitosanitarie poste in essere nei confronti di Psa mediante agrofarmaci registrati, oltre ai sali di rame, dal 2012 ad oggi in Italia è registrato un solo agrofarmaco, biologico, (n°15302) caratterizzato da un'antagonista naturale, Bacillus amyloliquefaciens subsp. plantarum ceppo D747. Questo agente di bio-controllo è in grado di competere efficacemente con Psa (come Pss e Pv), sulle superfici delle porzioni vegetali aeree (ed in particolare degli organi fiorali) delle piante di actinidia, sia producendo sostanze antibiotico-simili, come utilizzando nutrienti e colonizzando gli spazi utili per la sopravvivenza e la moltiplicazione di questi dannosi batteri fitopatogeni.


Tipici sintomi causati da Psa con imbrunimento ed avvizzimento di boccioli fiorali

La scorsa settimana, nello speciale Actinidia della Rivista di Frutticoltura, è stata pubblicato un ulteriore studio, durato 2 anni, a conferma delle capacità (biologiche) di questo agente di bio-controllo in grado di contrastare concretamente Psa. La ricerca, dal titolo "Difesa biologica contro PSA: potenzialità del Bacillus amyloliquefaciens", Autori: Balestra G.M., Biondi E., Gallipoli L., Bertaccini A., Giovanale G., Mazzaglia A., è stata sviluppata nell'ambito di una collaborazione in corso tra il gruppo di fitobatteriologia del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali, (DAFNE), dell'Università della Tuscia, ed il Dipartimento di Scienze Agrarie (DipSA) dell'Università di Bologna. I risultati conseguiti (in vitro, in planta e di pieno campo) evidenziano la capacita di B. a. subsp. plantarum ceppo D747 di contrastare efficacemente lo sviluppo di differenti isolati noti di PSA (biovar 1 e biovar 3) producendo metaboliti (lipopeptidi) in grado di alterare la permeabilita della membrana cellulare del patogeno, nella colonizzazione e nella sopravvivenza epifitica per lunghi (oltre 3 settimane), di proteggere gli organi fiorali, il polline e l'intera vegetazione di piante di actinidia durante l'intera stagione vegetativa, anche in miscela a sali di rame.

In particolare. Nei due anni di prove sui granuli di polline dove non era stato distribuito il preparato microbiologico è stata rilevata la presenza di cellule di PSA con una frequenza media dell'80% mentre, nelle parcelle dove veniva distribuito B. a. subsp. plantarum ceppo D747 l'isolamento di Psa era del 10%. Il preparato microbiologico qui utilizzato, rappresenta una delle attività (insieme a monitoraggio delle piante come delle condizioni climatiche, prevenzione, potatura, disinfezione degli utensili, irrigazione, nutrizione) sostanziali e parimenti importanti nella lotta (biologica) nei confronti di Psa.


Diffusa colonizzazione di B. a. subsp. plantarum ceppo D747 su granuli di polline di actinidia

Parallelamente, altri recenti risultati inerenti l'attività di formulazioni caratterizzate da micro-dispersioni di principi attivi di origine vegetale nei confronti di Psa (Balestra et al 2017, JPDP, Microparticles containing gallic and ellagic acids for the biological control of bacterial diseases of kiwifruit plants), forniscono ulteriori strategie di difesa ecosostenibile, di auspicabile prossima realizzazione.

Contemporaneamente a questi risultati bisogna però sottolineare che queste strategie devono essere applicate, comunque e costantemente, indipendentemente dalla presenza o meno di sintomi da Psa, trend climatici stagionali avversi ed altre considerazioni che, spesso, inducono purtroppo gli actinidicoltori ad abbassare la guardia nei confronti di Psa. In particolare bisogna sempre ricordarsi che la diffusione di questo batterio a livello mondiale, come per esempio dall'Asia verso l'Italia e, separatamente, dall'Asia verso la Nuova Zelanda, si è concretizzata mediante materiale di propagazione quale piante e polline. Quest'ultimo, se non opportunamente certificato come esente da Psa, ha rappresentato e rappresenta tutt'ora un elemento di elevato rischio per la diffusione di questo patogeno.

Infatti, è di questi giorni la pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Plant Disease di un'ulteriore ricerca maturata in virtù della collaborazione tra lo stesso gruppo di ricerca dell'Ateneo della Tuscia ed il Dip. of Scienze Agrarie dell'Università di Bologna (Autori, Balestra G.M., Buriani G., Cellini A., Donati I., Mazzaglia A., Spinelli F) dal titolo: "First report of Pseudomonas syringae pv. actinidiae on kiwifruit pollen from Argentina", questo a conferma della purtroppo costante e continua diffusione di Psa nel mondo mediante il polline. Il rinvenimento di cellule di questo batterio su polline derivante da piante asintomatiche in un areale ad oggi Psa free, fornisce ulteriori ed importanti conoscenze su Psa ma, al tempo stesso, deve essere interpretato come un ulteriore stimolo a mantenere sempre e comunque in atto tutte le attività (agronomico-colturali e fitoiatriche) ad oggi validate, cosi da continuare e se possibile implementare nel prossimo futuro, la convivenza con questo batterio a beneficio di tutta le filiera actinidia/kiwi.

Per maggiori informazioni:
Prof. Giorgio M. Balestra
DAFNE (Department for Agriculture, Forestry, Nature and Energy)
University of Tuscia
Via S. Camillo de Lellis
01100 Viterbo
Tel.: (+39) 0761 357474
Cell.: (+39) 333 4246404
Fax: (+39) 0761 357473
Email: balestra@unitus.it
Web: www.unitus.it
Skype: giorba5618
Pagina personale: www.dafne.unitus.it/web/interna.asp?idPag=1118
Data di pubblicazione: