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Trattori che si guidano da soli, droni e robot: ecco l'agricoltura del futuro

Un campo di orzo lavorato interamente da mezzi a guida autonoma e robot. Non è la prima volta che telecamere, sistemi Gps e droni riescono a sostituire l'uomo in alcune fasi del lavoro, ma mai in tutto il processo produttivo. "The Hands Free Hectare" è un esperimento realizzato dai ricercatori dell'università britannica Harper Adams.

Il progetto consiste nella coltivazione di un ettaro di terra nella regione rurale dello Shropshire, lavorato grazie all'utilizzo di un trattore e di una mietitrebbiatrice a guida autonoma. I mezzi sono stati modificati con telecamere, laser e sistemi di navigazione Gps. Allo stesso tempo, nel campo è presente un robot con il compito di raccogliere campioni di terriccio, mentre un drone è in grado di monitorare dall'alto il buon andamento della lavorazione.

Finanziato dal governo britannico, il progetto è costato 200mila sterline. "Si tratta dell'ettaro di orzo più costoso di sempre, ma allo stesso tempo rappresenta un primo passo verso il futuro", spiega il responsabile del team di ricerca Kit Franklin al Times.



E se l'esperimento ha avuto successo, non sono mancati gli errori e le difficoltà. "Il trattore non riesce a mantenere una linea retta nel campo, di conseguenza molte delle colture sono state seminate in maniera irregolare. In un'occasione poi, durante l'irrigazione, il mezzo è andato per conto suo e abbiamo faticato molto per riprendere il controllo della situazione" racconta al quotidiano inglese l'agronoma Kieran Walsh. "Controllare l'andamento dei lavori da uno schermo è molto più difficile che essere sul posto", continua.

E non si tratta del primo progetto di questo tipo: nel 2016, l'azienda produttrice di ortaggi giapponese Spread ha annunciato di volere aprire la prima fattoria gestita quasi interamente da robot entro il 2018. Insomma, la domanda sorge spontanea: è la fine del contadino in carne e ossa? Secondo la stessa Walsh, l'essere umano ha ancora un ruolo importante nella fattoria del futuro, "prima di tutto perché i robot possono sbagliare e ci vuole qualcuno che controlli il loro lavoro". Ma non solo, "la conoscenza del terreno da parte dell'agricoltore è una capacità che le macchine non sono ancora in grado di replicare", conclude l'agronoma.
Data di pubblicazione: