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Serve un Piano nazionale per realizzare bacini di raccolta

Kiwi e siccita', acqua con le autobotti

Produrre senza acqua non è possibile e così ci sono diversi agricoltori che da oltre un mese devono irrigare provvedendo con le autobotti. E sono costi aggiuntivi. Nelle colline della provincia di Ravenna (attorno al comune di Modigliana) la coltura del kiwi da oltre trent'anni ha trovato un territorio, un microclima e una rete produttiva favorevole, tanto che è una delle zone più vocate.



Le piogge di domenica 10 settembre hanno contribuito solo ad alleviare il problema. "Il nostro bacino aziendale si è prosciugato ai primi di agosto - racconta un giovane agricoltore - e da allora siamo in emergenza. Abbiamo 13 ettari di kiwi, per lo più Hayward, più del kiwi giallo. Il rio che alimenta il laghetto è rimasto senza acqua a maggio e le riserve non sono più bastate".

Ora l'agricoltore deve rifornirsi, ogni giorno, con botte aziendale trainata con il trattore, oppure con autocisterne, ma sono costi aggiuntivi molto pesanti. "Le autocisterne costano circa 200 euro + Iva ognuna. Ho calcolato un fabbisogno di circa 30 tonnellate di acqua l'ettaro, pur irrigando a goccia e dando il minimo indispensabile".

Gli agricoltori - e non solo di quel territorio - chiedono che i politici approvino un piano nazionale per realizzare dei bacini di raccolta dell'acqua. Durante i mesi più piovosi è indispensabile fare scorta di acqua da utilizzare poi non solo per l'agricoltura, ma anche a scopi potabili. Il clima sta cambiando e l'Italia rischia di diventare un paese siccitoso. Non c'è tempo da perdere, anche perché tali progetti hanno degli iter sempre troppo lunghi.

I frutticoltore che abbiamo intervistato spera di portare a termine la coltivazione, ma procedere così, ogni giorno, è dura. "Soprattutto le alte temperature di luglio e agosto hanno messo sotto stress le piante. Al momento della raccolta verificheremo calibri e qualità: stiamo facendo il massimo per ottenere la solita qualità, ma quest'anno sarà difficile".