Logistica italiana da rifondare, mancano i fondamentali
Alla luce di queste considerazioni, abbiamo interpellato un operatore del settore: Massimo Savini di RLA il quale non si è eretto a paladino della categoria. "Non mi stupisco di quanto vi hanno riportato - esordisce Savini - in quanto conosco anche io casi analoghi di scarsa efficienza e trasparenza. Questa è una delle conseguenze della moria di operatori del trasporto degli ultimi anni. E, non sempre, se ne vanno i migliori. A volte sono sopravvissuti i furbetti, proprio quelli che non rispettano le regole o che non sono affidabili. Ecco perché c'è chi poi si lamenta dei servizi".
Secondo Savini, tutta la filiera risente, prima o poi, della mancanza di una logistica efficiente. "Qui in Italia si parla ancora di piattaforme logistiche, quando queste dovrebbero essere la normalità. Oggi il mondo si muove organizzandosi con il web, e noi siamo ancora fermi alla mancanza di autostrade e di poli logistici. E, in più, c'è chi ancora considera una piattaforma un semplice capannone con delle ribalte o rampe di carico. In realtà no, non è così".
Secondo Savini, in Italia manca la rete delle strutture in grado di dare tutti i servizi, di fare picking e trasferimento delle merci in pochi minuti, con i servizi doganali annessi, con l'interazione fra carichi. "Gli operatori esteri, specie di taluni Paesi, sono meglio organizzati ed è per questo che vengono scelti anche dalle strutture italiane. Dobbiamo correre ai ripari al più presto. Organizzarci e fare intese e accordi per rimanere al passo, soddisfare i clienti, fissare obiettivi ed effettuare investimenti in quella direzione".
Contatti:
Massimo Savini
Rete logistica agroindustriale
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