Produzione in calo e costi della trasformazione in aumento
L'aumento dei prezzi delle frutta è il risultato delle perdite di raccolto. Durante la fioritura degli alberi, il gelo ha danneggiato i germogli e la produttività ha perso quantità consistenti rispetto ad un'annata normale. Le perdite minori sono state registrate per le fragole, attorno al 10%, mentre i danni maggiori sono stati riscontrati nelle diverse tipologie di ciliegie, nelle pesche e nelle albicocche, con punte fino al 60%. Emblematico il caso delle mele: la varietà più colpita è stata la Idared, seguita da Champion, Gala e Gloster.
A causa dei cali produttivi, gli impianti di trasformazione hanno costi maggiori nel reperire la materia prima. Ciò vale per tutti i frutti tranne lamponi che hanno mantenuto prezzi stabili grazie alle scorte di prodotto surgelato provenienti dalla Serbia. Frutti importati, come banane, limoni, albicocche, arance, nettarine e prugne sono anche più economici.
L'Ente centrale di Statistica della Polonia ha previsto che la produzione di fragole di quest'anno ammonterà a 177mila tonnellate (10% in meno), mentre quella delle ciliegie sarà di 70mila tonnellate (60% la contrazione). Si prevedono inoltre 100mila tonnellate di lamponi (20% in meno), 60mila tonnellate di pere (calo del 25-30%), 100mila tonnellate di ribes nero (meno 20%) e 60mila tonnellate di prugne (diminuzione del 40%). Per le mele, la diminuzione stimata si aggira sul 30-35%, con una produzione attestata attorno a 2,3-2,6 milioni di tonnellate.