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CAAT: atteso un aumento dei prezzi per i meloni da lunedi'

Facendo il punto sulla frutta estiva con l'agronomo del CAAT-Centro Agro Alimentare di Torino è emerso che, da oltre 2 settimane, le vendite all'ingrosso di meloni e angurie stanno faticando.



Per quanto riguarda i meloni, tra fine e inizio luglio la situazione era in linea con il periodo: c'era prodotto ma c'erano anche i consumi, per cui i prezzi di liquidazione oscillavano da 1-1,20 €/kg per il retato a 1,50-1,80 €/kg per il melone liscio categoria extra.

Poi in queste due settimane di luglio si è assistito a un vero tracollo delle vendite, progressivo e inesorabile.
Nonostante sia noto che nel periodo delle vacanze i consumi diminuiscono, i prezzi di liquidazione sono decisamente precipitati a 0,40-0,60 €/kg per il retato e 0,50-0,70 per il liscio.

Si vocifera che da lunedì 24 luglio 2017 la situazione dovrebbe migliorare, nel senso che arriverà meno prodotto, per cui i prezzi potranno risalire
ritornando alle quotazioni di fine giugno. Secondo l'agronomo del CAAT: "La riduzione dei consumi non è stata solo dovuta alle vacanze, ma anche a una qualità inferiore alle aspettative, le elevate temperature e il problema diffuso delle virosi che stanno compromettendo rese e qualità. Anche per il melone Gialletto non si vendono grandi quantitativi e i prezzi variano da 0,45 a 0,50 €/kg".

La stessa situazione dei meloni si sta registrando anche per le angurie: si va da 0,07-0,012 €/kg per pezzatura piccola da 5-8 kg a 0,17-0,22 €/kg per pezzatura grande 10-20 kg. Per quanto riguarda le angurie baby, la situazione è confusa, in generale la qualità è scarsa, si trova molto prodotto molle e anche laddove il prodotto è di qualità non si superano gli 0,20-0,30 €/kg.

Per quanto riguarda le drupacee, la campagna delle albicocche è giunta quasi al termine, in questo momento il prodotto non è più di qualità e arriva dalla Francia. La campagna delle albicocche è iniziata male per via dell'accavallamento di produzioni e varietà e della scarsa qualità del prodotto; poi la situazione si è ristabilita a metà giugno quando si sono ridotte le varietà e soprattutto sono rimaste quelle più pregiate: allora le vendite sono migliorate, ma comunque quest'anno la situazione è stata inferiore alle aspettative.



Adesso è il momento di pesche e nettarine dall'Emilia Romagna il prodotto è di buona qualità, ma si fatica a superare l'euro al chilo; in generale c'è carenza di nettarine per cui forse potrebbe aumentare il prezzo per quest'ultime.

Sempre per il comparto delle drupacee, ci sono diverse varietà di susine le cui vendite non sono eccezionali poiché la qualità non soddisfa; diversa è la situazione per le susine locali Ramassin che sono sempre molto richieste e che mediamente spuntano un prezzo di 1,70 €/kg.

Rispetto al periodo delle fragole, sono diminuiti i consumi dei limoni di cui non si segnalano grandi vendite, ma sicuramente il prodotto importato costa meno rispetto al nazionale: limone argentino Eureka a 1,40 €/kg contro limone siciliano a 1,70 €/kg.

"Infine - ci riferisce l'agronomo - è appena iniziata la campagna delle pere estive: c'è molto prodotto della varietà Carmen, tuttavia è ancora presto per fare commenti sulla qualità del prodotto, che al momento non è elevata; lo stesso vale per l'uva, il cui prezzo varia da 2,20-2,50 per prodotto extra in termini di colore e grado zuccherino a meno di un euro per uva verde che la gente non vuole, anzi preferisce pagare di più ma essere sicuro di venderla!"