'Dobbiamo riprenderci il mercato italiano della frutta estiva, ma con il kiwi guardiamo oltremare'
"Prima termina questa campagna, meglio è. Ci leccheremo le ferite e guarderemo avanti. Siamo partiti con il boom delle primizie, ma poi puntualmente i mercati si sono intasati. Rispetto allo scorso anno, è cambiato poco o niente sia a livello nazionale sia all'estero. La Spagna è virale, la Grecia abbonda di prodotto e noi non riusciamo a stare al passo con i loro prezzi, che definire competitivi è un eufemismo".
E il problema dei consumi è strettamente correlato con il prezzo di vendita finale. "In campo le produzioni vengono pagate al minimo del minimo, per poi ritrovarci con quotazioni al dettaglio che scoraggiano l'acquisto del prodotto italiano, a favore di quello estero, e nonostante il clima più che favorevole al consumo. O addirittura poi scattano le super offerte, che vanno sempre e comunque a discapito dei produttori".
Eppure la soluzione potrebbe esserci, secondo l'operatore. "Rivedere la filiera, perché non c'è spazio per tutti. Serve una maggiore strutturazione. Il nostro primo obiettivo deve essere quello di riprenderci il mercato italiano".
Kiwi
"I prossimi sforzi sono dedicati alla campagna kiwi, che già sembra partire con rumors di volumi inferiori, che non fanno altro che allarmare i produttori e incrementare i prezzi d'acquisto. Per fare una giusta analisi di avvio campagna, sarà necessario verificare quantità, qualità e situazione degli actinidieti".
L'operatore però è ottimista: "Pensiamo di spingere l'acceleratore sul mercato d'oltremare, con ulteriori nuove destinazioni ancora in fase di definizione. L'obiettivo è spaziare dai mercati orientali, a quelli arabi e a quelli latino-americani. Sicuramente fuori dall'Europa".