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Lo annuncia il direttore Giancarlo Foschi

Nuovo obiettivo: Orogel punta al residuo zero

"Stiamo portando a termine un progetto molto importante che mira al residuo zero per i nostri vegetali. E' una naturale evoluzione allo scopo di dare ulteriori garanzie ai consumatori e un valore aggiunto ai produttori".


Cesena, 11 luglio 2017. Da sinistra l'assessore regionale Simona Caselli, Marco Casali vicedirettore Confagricoltura Emilia Romagna, Giancarlo Foschi e Bruno Piraccini di Orogel

Giancarlo Foschi, direttore di Orogel, ha annunciato questo ulteriore balzo in avanti durante un convegno che si è tenuto l'11 luglio 2017 a Cesena. Presente anche l'amministratore delegato Bruno Piraccini. "Per ottenere il residuo zero - ha precisato - non è sufficiente seguire i tradizionali disciplinari", ma occorre anche tutta una serie di pratiche agronomiche che permettono l'uso ridotto al minimo di principi attivi e il più lontano possibile dalla raccolta.


A sinistra, Paolo Zanfini, moderatore, con Giancarlo Foschi

Per residuo zero si intende non la pratica biologica, ma un sistema di lotta integrata che porti a un residuo al di sotto della soglia di 0,01 mg/kg per ogni singolo principio attivo, anche se i i limiti di legge sono ben superiori.



"Quello che raccomandiamo ai nostri produttori, sparsi un po' in tutta Italia, è di coltivare solo nei terreni vocati, effettuare analisi del terreno precise e puntuali, usare le varietà che consigliamo per ottenere un prodotto dalle qualità organolettiche migliori. Poi è compito della nostra organizzazione e logistica far arrivare i vegetali dal campo allo stabilimento di surgelazione nel più breve tempo possibile, perché è così che si ottiene la massima qualità".


L'assessore Simona Caselli

Al convegno era presente anche l'assessore all'agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli, che è tornata sul tema della siccità. "E' inutile che ci mettiamo a piangere per la siccità prolungata. Era successa la stessa cosa nel 2012 (all'epoca la Caselli non era assessore, ndr), si era detto di fare qualcosa ma poi, grazie alle piogge dei mesi successivi, tutto è tornato nel dimenticatoio. Nelle scorse settimane ho incontrato i responsabili del Consorzi di Bonifica per vedere cosa si può fare con il Piano invasi. E' inutile, servono bacini idrici che accumulino l'acqua per poi rilasciarla in caso di necessità. Purtroppo abbiamo la memoria corta e, dopo il clamore iniziale, tutto va assopendosi. Ma io di certo non mi tirerò indietro su questo fronte".