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I massimi esponenti italiani e UE all'assemblea nazionale di Confagricoltura

All'assemblea nazionale di Confagricoltura che ha avuto luogo il 7 luglio 2017 nella Sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica a Roma, oltre che la presa di posizione della Confederazione tramite le parole del suo presidente Massimiliano Giansanti (leggi articolo correlato), altri "attori" hanno arricchito il quadro sulle politiche agricole italiane ed europee, nodi critici e possibili rotte.



"Non mi sento in colpa se il Parlamento Ue ha votato a favore dell'accordo con il Canada – ha sottolineato Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo – Vero, tutto è perfettibile, ma ritengo che l'accordo aiuti l'agroindustria in un mercato in cui l'Italian sounding la fa da padrone"

Sul CETA Tajani ha sottolineato: "Bisogna avere una visione complessiva del mercato. Quindi, non credo si debba fare una politica protezionistica pensando di poterci difendere meglio. Al contrario, servono accordi che consentano regole uguali per tutti. Non possiamo avere paura di avere una politica commerciale. Spesso si parla male dell'Europa, ma se questa non ci fosse, le cose andrebbero peggio. Se ne sta accorgendo anche qualche populista. Occorre aiutare l'economia in tutti i settori, compresa l'agricoltura. Noi crediamo nell'economia sociale di mercato utile a produrre benessere per tutti. Senza imprese non c'è lavoro e non si esce dalla crisi".


Un passaggio dell'intervento di Tajani

Sulla Politica agricola comune (Pac) il presidente Tajani ne ha riconosciuto un ridimensionamento, comunque "l'agricoltura rimane la prima voce del bilancio europeo. Qualche giorno fa sono circolate voci su un taglio del bilancio agricolo, ma io ho detto solo che il prossimo bilancio deve avere delle priorità politiche: lotta al terrorismo, soluzione problema migranti, crescita economica. Poi dobbiamo affrontare la questione della Brexit perché arriveranno meno soldi nelle casse dell'Unione. Comunque, vogliamo innanzitutto che la Gran Bretagna rispetti gli impegni presi in precedenza. Nella fase dei negoziati dovremo superare la logica del bilancino. Sottolineo che i fondi destinati all'agricoltura non devono servire all'assistenzialismo, ma ad assicurare che sia veramente competitiva. Meglio dare soldi a pioggia o affinché aiutino verso la digitalizzazione e l'entrata dei giovani nel settore? Per questo insisto su un bilancio figlio di scelte politiche. Non si tratta di ridurre i soldi, ma a indirizzarli per raggiungere obiettivi politici".


Tajani

Il presidente dell'Assemblea UE ha aggiunto: "In sede europea lavoriamo in modo da tutelare nostri imprenditori. Ma c'è da pensare anche all'agricoltura del futuro: c'è uno spazio di qualità. Guardando al futuro e ai giovani, ho proposto che si faccia un Erasmus per i giovani agricoltori, per un'attività formativa che permetta loro di lavorare nel settore agricolo avendo un'impresa agricola moderna e competitiva. Bisogna però andare avanti sul tema unione monetaria e bancaria, sull'unione fiscale e sull'armonizzazione fiscale".

A conclusione, il presidente Tajani ha sottolineato come "un'agricoltura moderna non può fare a meno delle tecnologie più avanzate come i satelliti Copernico e Galileo utilizzati anche per la semina e per ridurre le spesa per la concimazione. Infine la banda larga: sono convinto che alla fine usciremo dalla crisi ma dobbiamo rimboccarci le maniche come ha fatto l'Italia negli anni 60 e innovare. Serve però più Italia ai tavoli europei, maggiore partecipazione nella nostra seconda capitale che è Bruxelles".

Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha rimarcato l'accento sulla situazione delle nazioni che si affacciano sull'antico Mare Nostrum, "se si parla di Mediterraneo e difesa degli accordi commerciali, vedo un'occasione unica per avanzare all'interno di contesti nuovi. Se lavoriamo lungo quest'asse dobbiamo reinterpretare due categorie: protezione e promozione. Cioè gli strumenti che mettiamo a disposizione delle imprese agricole per difendersi e come le promuoviamo. Abbiamo fatto delle cose, ma non è abbastanza anche se testimoniamo come l'Italia possa disegnare un nuovo rapporto tra pubblico e privato".

La politica agricola comune europea "deve orientarsi cogliendo alcune novità che la vecchia programmazione non riconosceva – ha continuato Martina – Per esempio la connessione con i cambiamenti climatici e la gestione dei rischi in agricoltura che sono nodi irrisolti. Siamo pronti a lavorare su tali questioni strutturali con Commissione e Parlamento Ue. Proponiamo in ambito Pac cambiamenti come l'estensione della buona pratica degli Ocm (organizzazione comune del mercato) che rappresenta una possibilità sotto questo punto di vista. Credo che siamo in un punto di passaggio in cui dobbiamo prenderci carico in maniera ambiziosa della leadership mediterranea: abbiamo pagato per troppi anni l'insufficienza dell'area mediterranea nello scontro Nord-Sud Europa".


Un passaggio dell'intervento di Martina

"Uno dei pilastri fondamentali rimane la dinamica esportativa – ha sottolineato il ministro – Ma serve più cooperazione tra mercati: non sono d'accordo, in tempi di globalizzazione, che un ripiegamento sovranista aiuti l'Italia. Dobbiamo pensare a lavorare. A volte non dormo la notte pensando ad Agea (ndR: Agenzia per le erogazioni in Agricoltura), ma so anche che stiamo lavorando con il presidente Pagliardini e posso dirvi che luglio sarà fondamentale per impostare la riforma di Agea".

Benessere e alimentazione, accento sulla Nutraceutica da parte di Beatrice Lorenzin, ministro della Salute: "L'agricoltura è uno dei settori vincenti nel nostro Paese e lo sarà sempre più anche dal punto di vista della salute. Oggi c'è una nuova branca che è quella della nutraceutica dove sempre più stiamo scoprendo e affinando quello che ci ha detto la natura: il cibo è il primo elemento di salute, di bellezza e dello stare bene".

"Grazie alla nutraceutica oggi, e sempre più nel prossimo futuro, ci cureremo con il cibo – ha rimarcato il ministro – Per questo è estremamente importante mantenere la qualità, l'integrità e la sicurezza del cibo, che passa attraverso la cultura dell'ambiente e della salute e dalla consapevolezza, da parte di professionisti del settore, della grande ricchezza che abbiamo nelle nostre mani".



"La cultura dell'alimentazione italiana non è solo nutrirci - ha concluso il ministro della Salute – ma con la Dieta mediterranea è considerata il modello numero uno per il mantenimento della salute. Solo con la consapevolezza da parte dei cittadini che alimentarsi bene significa prendersi cura di sé, prevenire malattie e rendere più sostenibili i sistemi di welfare, vinceremo alcune battaglie".

La sfida sul clima si traduce in opportunità per aziende agricole secondo Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
: "Abbiamo già raggiunto l'obiettivo di Kyoto del 2020 con un anticipo di quattro anni. A me preoccupa il salto culturale che dobbiamo fare: credo che una politica sul cambiamento climatico sia un'opportunità per le aziende, anche agricole. Se lo capiremo, avremo la strada spianata".

"Innovazione, innovazione e innovazione, questo quello che dico sempre agli agricoltori – ha detto il ministro Galletti – Se non cogliamo questa occasione, c'è il rischio di rimanere fuori dal mercato. Dobbiamo fare un'agricoltura di qualità, dobbiamo vedere l'innovazione nel campo agricolo come una grande sfida di competitività per le nostre imprese".


Galletti e De Micheli

"Il tema dei cambiamenti climatici non è un problema che riguarderà i nostri figli, è già manifesto oggi – ha concluso Galletti – Abbiamo una situazione climatica profondamente cambiata rispetto agli ultimi anni e dobbiamo prepararci, soprattutto nell'agricoltura. Il tema della mancanza d'acqua è importante. Ogni anno piovono sul nostro paese 300 miliardi di metri cubi d'acqua e noi riusciamo a intercettarne solo il 3 per cento: dobbiamo porci il problema degli invasi. Su questo le risorse le trovo, il problema non è sulla realizzazione degli invasi, ma non posso trovarmi di traverso comitati locali, più o meno spontanei che si oppongono ogni volta che tento di realizzarne uno. Bisogna essere coscienti di quello a cui stiamo andando incontro".


De Micheli, Giansanti, Galletti

In ultimo Paola De Micheli, sottosegretario al ministero dell'Economia e delle Finanze, rassicurando sul non ricorso alle clausole di salvaguardia nel 2018:
"Negli ultimi anni è cambiato molto l'approccio dei governi all'agricoltura e l'Expo di Milano ha costruito un modo di rapportarsi nuovo. L'agricoltura è impresa e come tale deve essere trattata, sostenuta. Si è creato un clima straordinariamente diverso. Anche per questa ragione abbiano disegnato una manovra fiscale molto importante. Credo che ci siano dei fatti che abbiamo dimostrato di voler fare per rendere l'agricoltura sostenibile anche sul tema fiscale. Non ci saranno aumenti di IVA, non scatteranno clausole di salvaguardia nel 2018".

Autore: G.G. per FreshPlaza
Data di pubblicazione: