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BMW si ispira alla frutta per nuovi sistemi di protezione: ecco il casco pomelo

Non serve essere esperti di scienze naturali per sapere che il mondo animale e vegetale spesso riserva straordinarie sorprese quando si tratta di preservare la specie. Ma che un frutto comunemente usato per fare spremute diventasse fonte di ispirazione per una nuova tecnologia protettiva, è qualcosa di decisamente meno noto e scontato.


BMW è riuscita a intuire il potenziale del pomelo, un agrume dalla caratteristica forma a pera e dal gusto acidulo che ha rivelato inaspettate capacità di protezione. Ad attirare l'attenzione del team di ingegneri della casa di Monaco è stata in particolare la composizione del frutto, in cui la polpa è separata dalla buccia dall'albedo, una spessa sostanza spugnosa che funge da ammortizzatore: quando il pomelo, ormai maturo, cade dall'albero, l'albedo assorbe l'urto evitando che il frutto si spacchi una volta toccato il suolo: una caratteristica che i ricercatori hanno deciso di sfruttare per costruire nuove protezioni in grado di ammortizzare l'urto "disperdendolo" e di resistere al calore, alla penetrazione, e in generale alle ferite.

Il progetto è stato sviluppato negli ultimi tre anni da sette partner, tra cui Adidas, l'Istituto di Tecnologia Tessile e Ingegneria del Processo di Denkendorf, l'Università di Bayreuth e l'Università di Friburgo, i cui esperti hanno analizzato le caratteristiche dei tessuti naturali e la loro applicazione in ambito manifatturiero e industriale: il risultato degli sforzi si è concretizzato in una serie di prototipi realizzati partendo da modelli naturali e biologici, di fatto più duri, stabili e leggeri rispetto ai materiali generalmente utilizzati oggi. Ulteriore aspetto positivo, il costo più contenuto rispetto alle fibre hi-tech prodotte in laboratorio.

Per saperne di più, leggi articolo integrale su lastampa.it
Data di pubblicazione: