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Siccita' e caldo: nulla di nuovo sotto il sole per l'Italia, ma attenti a esagerare

Temperature estive particolarmente elevate non sono una novità, per il nostro Paese. Così come non lo sono prolungati periodi di siccità; magari seguiti da violente perturbazioni e veri e propri "monsoni". Nella classifica degli anni più caldi in Italia ci sono, nell'ordine, il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000. Il 2017 è risultata la seconda primavera più calda dal 1800 e le precipitazioni, a giugno, sono risultate in calo del 65,4%.

Attenzione, però, a quello che sta transitando sui mass media di tutti i Paesi del mondo. La cifra a gran voce ripetuta del miliardo di euro di danni per l'agricoltura italiana (un conteggio dove c'è dentro tutto: dal settore cerealicolo a quello zootecnico, a quello olivicolo), sta varcando le Alpi senza alcun distinguo.

In una stagione ortofrutticola dove non sembra esserci sostanziale carenza di merce (vedasi il caso della frutta estiva, dove anzi a livello nazionale sono attesi aumenti rispetto al 2016 - cfr. dati CSO), tutti si interrogano sulla reale situazione di un Paese, come l'Italia, che è tra i leader per questo genere di produzioni.



Il caso pomodoro da industria
E' abbastanza ovvio che una carenza idrica abbia maggiore impatto sulle colture estensive. L'Italia è il secondo produttore al mondo di pomodoro da industria e l'abbassamento dei livelli dei fiumi preoccupa soprattutto i comparti produttivi del Nord Italia (cfr. FreshPlaza del 08/06/2017). Prematuro, in ogni caso, quantificare eventuali perdite, visto che la campagna 2017 è nelle sue fasi iniziali. Per quanto riguarda il pomodoro da mensa, non si registrano particolari situazioni di criticità.

Ortaggi in sofferenza

Il caldo e la carenza idrica, come noto, non sono amici neppure degli ortaggi a foglia. Prodotti da pieno campo, come per esempio la lattuga, soffrono queste condizioni. In Abruzzo, Campania, ma anche in Emilia-Romagna, le verdure a cespo non crescono, rimanendo di calibro piccolo e bruciate dal calore. Tendono a macchiarsi con facilità. Nel comparto della Iceberg si stimano perdite intorno al 40%.

Le campagne frutticole
Per quanto riguarda le principali campagne frutticole, quelle di fragole, kiwi, pere, mele sono già alle nostre spalle, dunque niente da segnalare in quanto a danni, se non quelli derivati dal gelo di inizio anno, non certo dalla siccità odierna. Per la frutta estiva abbiamo già detto; oltre a pesche e nettarine, non sembra difettino sul mercato neppure le forniture di angurie e meloni. Per altre, come l'uva da tavola, si procede a difendersi dalla carenza di precipitazioni mediante irrigazione dai pozzi artesiani. In questo comparto, dunque, si andrà avanti finché le falde tengono (cfr. FreshPlaza del 27/06/2017).

Che tra l'altro l'annata ortofrutticola italiana, per molte referenze, si trovi in un contesto di sovrapproduzione, è testimoniato dai prezzi generalmente bassi di tutti i principali prodotti in vendita all'ingrosso (leggi news correlata).



La carenza di pioggia è certamente un fenomeno preoccupante, perché si rischia il mancato rinnovo dei bacini idrici naturali e perché i costi di irrigazione possono incidere sui ricavi delle imprese. Per il conteggio di eventuali danni per il comparto ortofrutta, tuttavia, aspettiamo che siano quantificabili e non lanciamo troppi allarmismi anzitempo. Può sempre accadere che piova, prima.