A Milano, al Tutto Food, tra le prime cose che ci ha raccontato, con una certa ironia, ricordando la sua infanzia, ha detto: "Se una bambina nasce in un paese sul Sarno, a ridosso di San Marzano, è facile ipotizzare quale sarà l'ingrediente principale della sua vita!".
Laureata in Economia Aziendale, ha lavorato nel settore della moda, prima di investire sull'azienda di famiglia fondata dal nonno, poi guidata dal papà e con lei giunta alla terza generazione.
"Sono cresciuta nell'industria conserviera di famiglia. La mia passione per i pomodori nasce da lontano, nella mia terra d'origine. A San Marzano sul Sarno non c'è soltanto la prima azienda di famiglia, ci sono le mie radici: ed è proprio da li che parte tutto ciò che sto realizzando adesso".
"E' in quei luoghi che mi immergevo nei miei pensieri di bambina - sottolinea Diana - nei miei desideri di donna quando sognavo di creare qualcosa che parlasse di me. Perché quell'oro rosso che avevo fra le mani, così profumato e intenso, era amore vero per le cose buone. Le mie estati sono sempre state un gran fermento e tanta felicità, soprattutto quando iniziava la raccolta nei campi. Il lavoro più importante lo facevano le donne: sceglievano i migliori frutti maturi che poi si preparavano per la trasformazione".
"Osservavo queste donne di nascosto, le guardavo darsi da fare: da loro ho appreso tutto ciò che c'è da sapere e a loro devo parte dei miei successi".
ItalianaVera è più di un marchio. E' passione, femminilità. E' la storia di una donna che ha avuto la fortuna di nascere tra distese di campi di pomodoro, in uno dei luoghi più belli del mondo, l'Italia.
Diana è appena arrivata a New York, dove dal 25 al 27 giugno 2017 è presente al Summer Fancy Food (stand 2040) per lanciare la nuova linea dei suoi prodotti. Si tratta dell'evento internazionale organizzato da Specialty Food Association che si tiene presso il prestigioso Javits Center dove presenterà la nuova linea dei trasformati di pomodoro creati ad hoc per il mercato americano.
"Gli Stati Uniti sono il mercato di riferimento dell'azienda. Quest'anno presento la nuova collezione e, in particolare, la linea di sughi nel formato da 550 gr destinato agli Stati Uniti e in particolare il sugo alla marinara con pomodoro, condito con aglio e origano selvatico, lavorato a mano in versione pop da 3 Kg per le pizzerie. Ho pensato a una linea di prodotti dove ciascun barattolo identificasse, con una colorazione diversa, le varie cultivar di pomodoro campano".
Tra i prodotti di punta, in particolare il San Marzano dop, il datterino a polpa corposa, il corbarino, il piennolo: tutti prodotti tipici del territorio campano. Con la stessa cura, l'azienda prepara i paté di melanzane, i peperoni e i pomodori secchi e una serie di prodotti da aperitivo.
"Trasformiamo nel nostro laboratorio i pomodori appena raccolti; qui vengono lavorati a bassa temperatura, in modo naturale".
"Siamo in fase di conversione al biologico, un passaggio molto importante per l'azienda. Già dal raccolto di questa estate avremo la nuova linea bio di trasformati, idonei per una fascia di clienti più esigenti. Voglio trasmettere, anche con una comunicazione efficace, tutti i pro del nostro assortimento compresa la bontà di un prodotto salutistico senza conservanti o zuccheri stabilizzanti. Oggi, più che negli anni passati e soprattutto all'estero, si ha maggiore consapevolezza di quanto sia importante mangiar bene per prevenire le cosiddette patologie da benessere".
"Nel corso del tempo abbiamo vissuto un'evoluzione, come azienda: oggi siamo più concentrati a soddisfare le richieste del mercato e, con esse, i bisogni del consumatore rispetto alle generazioni dei nostri padri che pensavano solo al prodotto e alla coltivazione in campagna. L'azienda, negli anni, è cresciuta conquistando un mercato di nicchia per estimatori del buon cibo, consapevoli che la qualità ha costi elevati, che non vogliamo sacrificare per fare i grandi numeri".
"Sin dall'inizio dell'attività abbiamo puntato sull'export: il 70% del prodotto viene commercializzato negli States, poi in Svizzera, Gran Bretagna, Belgio e Francia; il 30% in Italia. Credo molto nel fashion food – conclude l'imprenditrice - perché un alimento, oltre al gusto deve sedurre anche la vista, e stare in un giusto equilibrio con il nuovo che avanza. Ecco dunque il nostro packaging moderno e distintivo, unito all'antico, inteso come valorizzazione di metodi e procedure di coltivazione e trasformazione tradizionali".
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