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La filiera italiana del pomodoro trasformato e' la seconda al mondo

Al nord Italia pomodoro da industria a rischio causa siccita'

Diverse zone d'Italia sono in grave crisi idrica e in due province, Parma e Piacenza, è stato dichiarato lo stato di calamità. Come avevamo riportato anche qualche giorno fa (cfr. FreshPlaza del 20/06/2017), le piogge mancano da molti mesi e anche per i prossimi giorni le previsioni non ne fanno cenno.



Fra le colture maggiormente a rischio c'è quella del pomodoro da industria (cfr. FreshPlaza del 08/06/2017), una filiera che in Italia ha un'incidenza elevatissima sul fronte dell'occupazione. Nel 2015 la produzione nazionale è stata pari a 5,4 milioni di tonnellate, con un fatturato attorno ai 3,1 miliardi di euro (dati Anicav), dato che colloca l'Italia al secondo posto al mondo dopo gli Stati Uniti e prima della Cina.

Il Governo ha decretato lo stato di emergenza nazionale a Parma e Piacenza: vi sono a disposizione 8,6 milioni di euro per misure urgenti a favore di agricoltura e acqua potabile, e procedure più veloci per i prelievi in deroga.

Dopo i trapianti difficoltosi in primavera e lo stress subito dalla coltura a causa del gelo di aprile, alcuni agricoltori dell'Emilia-Romagna hanno rinunciato a trapiantare le varietà più tardive (fine settembre/ottobre i momenti della raccolta previsti), in quanto non hanno scorte a sufficienza di acqua per irrigare. Le falde sono basse, i corsi d'acqua e i fiumi nelle zone pede-collinari sono quasi a secco e anche il fiume Po è ben al di sotto della media stagionale.

Davide Previati
, responsabile tecnico della Op Asipo di Parma, afferma che la coltura del pomodoro, specie in certe zone, è a rischio. "La fascia pede-collinare, quella che usa l'acqua dei canali di bonifica e degli invasi, sta soffrendo molto. Va un po' meglio nella fascia più vicina al fiume Po, ma anche qui la falda comincia ad abbassarsi paurosamente. Per gli agricoltori aumentano i costi aziendali, perché le alte temperature costringono a turni irrigui più ravvicinati. Con la speranza che non venga a meno la risorsa idrica".

"I problemi sono sia per gli agricoltori - interviene Tiberio Rabboni (foto a destra), presidente dell'Organizzazione interprofessionale Pomodoro da industria del nord - ma anche per gli industriali. Il processo di trasformazione richiede molta acqua, pur utilizzando da anni sistemi ad alto risparmio idrico, e le prospettive non sono rosee. Come OI incontreremo l'assessore regionale all'agricoltura, Simona Caselli, il 23 giugno 2017 per cercare una strategia d'emergenza".

In Veneto, Confagricoltura registra problemi preoccupanti. In provincia di Venezia, ad esempio, c'è la risalita del cuneo salino nella falda, che causa gravi problemi quando si irriga tramite attingimento dai pozzi. L'acqua di mare è stata riscontrata, tramite il parametro della salinità, attorno ai 12 chilometri nell'entroterra, tramite risalita dei fiumi e falde. Il danno quantificabile per le colture estive finora è pari a circa il 25%. Anche il trapianto del radicchio di Chioggia igp è a rischio.

Al sud d'Italia, al momento, non ci sono particolari problemi legati a carenza d'acqua per il pomodoro da industria. "Al momento - spiega Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta - non abbiamo segnalazioni significative. Certo, non si naviga nell'abbondanza idrica, ma non ci sono situazioni gravi come al nord".