Prezzi alti per i limoni italiani, ma la campagna chiude in anticipo
L'annata siciliana
Per quanto riguarda la produzione siciliana, confrontandola con la scorsa stagione di questi tempi, dobbiamo dire che la situazione è pressoché la stessa e i prezzi sono molto alti, con i verdelli che quotano in partenza a € 1,10 per la merce raccolta.
"Riteniamo che attualmente l’offerta non riesca a soddisfare la domanda - dice Pietro Russo, produttore dell'areale lentinese, in provincia di Siracusa - anche se dobbiamo dire che sono in arrivo già le prime partite del Sudafrica".
"In ragione di ciò, pensiamo che la commercializzazione finirà entro un paio di settimane - continua Russo - mentre il poco prodotto restante sarà destinato principalmente a mercati locali e a qualche mercato all’ingrosso nazionale".
Così stando le cose, la grande distribuzione, sempre secondo quanto riferito dal produttore siciliano, stipulerà contratti con fornitori extracomunitari.
La filiera agrumicolo italiana nel contesto internazionale
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Ma vediamo quale è il rapporto import/export secondo i dati pubblicati da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), all'interno di uno studio presentato a fine febbraio dell'anno in corso. Secondo l'autorevole Istituto "l'Italia importa in media 350mila ton/anno di agrumi. Di questo quantitativo, il 12% proviene dai Paesi Africa Australe. Negli ultimi anni tale quota è salita al 15%."
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L'Italia, con oltre 50mila ton annue importate e un esborso di 25 mln di Euro (dati campagna 2015/16), si posiziona all'11simo posto tra i paesi importatori di agrumi: sul podio, Paesi Bassi, Regno Unito e Russia. A queste importazioni, sempre secondo l'Ismea, vanno aggiunti gli agrumi sudafricani che giungono in Europa attraverso triangolazioni.