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Tomato Forum: il punto di vista dell'Italia sulla sostenibilita' nella produzione di pomodoro

Dalla semina al punto vendita. Il Tomato Forum svoltosi a Düsseldorf l'1 e il 2 giugno scorsi ha preso in esame l'intera filiera. Al centro della manifestazione internazionale, organizzata da Fruchthandel e AMI, i temi più attuali. Quali sono i prodotti giusti? Cosa vuole il consumatore? Come migliorare la domanda? Come collocarsi per continuare ad essere presente sul mercato anche domani?


Sopra: l'imprenditore Massimo Pavan, durante la sua relazione al Forum Europeo del Pomodoro di Düsseldorf

Su questi temi si sono confrontati i maggiori produttori europei di pomodoro, come Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Belgio e i Paesi dell'Europa dell'Est.

Tra gli italiani, ha partecipato uno dei più qualificati imprenditori dell'agrobusiness nostrano, Massimo Pavan, invitato come relatore nella qualità di vicepresidente del Consorzio Igp Pomodoro di Pachino. La preziosa bacca siciliana a marchio, nel contesto, ha funto da case history e ha dato la possibilità di parlare di pomodoro siciliano nel senso più ampio.

"I dati emersi dal Forum, indicano una tendenza dei Paesi Nord ed Est Europei - sintetizza Pavan - a voler produrre un pomodoro più sapido di quello fin qui coltivato che, obiettivamente, non è paragonabile al nostro".

Un dato, quest'ultimo, del quale i produttori di pomodoro del bacino del Mediterraneo dovranno sicuramente tener conto. Ma quali e quante risorse ci vorranno per ottenere questo risultato? Lo spiega Pavan, che non usa mezzi termini per descrivere condotte che, a suo modo di vedere già allo stato attuale, non sembrerebbero ambientalmente sostenibili.

"Il consumatore estero predilige sempre più acquistare la produzione del proprio Paese - spiega Pavan - convinto che, così facendo, cioè con il famoso km 0, contribuisca a ridurre l'emissione di CO2 nell'ambiente. Purtroppo non sono coscienti del fatto che per produrre pomodori in quei territori sono necessarie, specialmente in Paesi Bassi, Germania, etc.., di serre altamente tecnologiche che garantiscano alla pianta determinate temperature e ore di luce. Questo a scapito di uno spreco energetico molto importante, con forte emissione di CO2 nell'ambiente".

"Gli olandesi ribattono che in buona parte utilizzano energia da fonti rinnovabili - aggiunge l'imprenditore italiano - tipo l'eolico, ma comunque consumare energia, quando se ne potrebbe fare a meno, sarebbe forse la soluzione più ecologica e logica. In questo caso sarebbe da pubblicizzare che la produzione serricola dei Paesi del Mediterraneo, quali Sud Italia, Grecia, Spagna sono tutte zone di produzione che utilizzano le cosiddette serre fredde, riscaldate solo dal sole, e quindi non nocive per l'ambiente".

"Per un prodotto di sapidità, come quello oggi ricercato - conclude Pavan - è necessaria ancora maggiore energia rispetto alle produzioni che si sono fatte finora, e l'aumento delle superfici. Un fenomeno, questo, al quale stiamo assistendo specialmente in Germania e Paesi dell'Est, dove si andranno naturalmente ad aumentare i consumi energetici".

Altro punto importante emerso da Forum ha riguardato il packaging. Qui la tendenza per il prossimo futuro sarà quella di un metodo più sostenibile, magari con l'utilizzo di imballi più piccoli e più eco friendly.