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Frutta nelle Scuole: perche' non pensare a una gestione locale?

Toni molto, forse anche troppo, trionfalistici quelli usati dal Ministero delle Politiche agricole nel commentare il Programma Frutta nelle scuole 2016-2017. In una nota ufficiale, il programma viene giudicato come un "ennesimo successo". Per quel che ci riguarda, a parte la questione del ritardo nell'implementazione durante l'anno scolastico in questione, abbiamo ricevuto molte segnalazioni critiche e ne abbiamo lette altrettante (cfr. FreshPlaza del 26 maggio 2017).



Ciò non significa, ovviamente, che il progetto sia stato un insuccesso, anzi. Però riteniamo che, specialmente la frutta che arriva ai bambini, debba presentare un grado qualitativo di gran lunga superiore. Abbiamo il timore, confermato da vaschette viste con i nostri occhi e da testimonianze di molte famiglie, che la frutta non sia così buona come lo scopo del progetto si prefigge, cioè quello di educare i più piccoli a consumare vegetali non perché vengano loro imposti, ma in quanto gradevoli complementi alla dieta quotidiana. Un buon prodotto, superiore alla media se non eccellente, porta i bambini stessi a chiederlo di nuovo ai loro genitori.


(Foto dal web)

Ma lasciamo la parola al Ministero: "Un Programma che è incentrato totalmente sul consumo di frutta e ortaggi in sostituzione delle merende più tradizionali, basate sui carboidrati. Artefici di questo ennesimo successo, oltre agli alunni e alle loro famiglie, anche gli oltre 110.000, tra insegnanti e personale scolastico, circa 3.000 hostess e steward addetti alla distribuzione, più di 500 tra autisti e personale per la logistica dei prodotti, in circa 50 piattaforme di smistamento dei prodotti, 20 stabilimenti di confezionamento della frutta e degli ortaggi e circa 1.500 addetti impegnati".

"Nonostante le difficoltà oggettive - continua il Ministero - gli alunni delle scuole elementari italiane hanno ricevuto, come prevede il capitolato tecnico del bando di gara, almeno 10 differenti specie di frutta e due di ortaggi, in grande maggioranza di provenienza italiana e in parte di provenienza europea. Sono state, inoltre, eseguite più di 110.000 consegne e circa 25.000 servizi di porzionatura dei prodotti direttamente in classe".

"Vanno anche registrati, grazie anche all'azione esercitata da Agecontrol e Agea, le due strutture deputate al controllo della intera filiera, alcuni casi in cui il prodotto non è pervenuto alle scuole italiane in condizioni ottimali, ma è indubbio che in un programma cosi ampio, unico a livello comunitario per la sua rilevanza qualitativa e quantitativa, può succedere di incappare in alcune problematiche, statisticamente normali. In molti casi, laddove è stato registrato qualche problema di fornitura, gli aggiudicatari, in accordo con il Ministero, hanno provveduto a ripetere la distribuzione del prodotto".

Una proposta: dato che l'importo complessivo a base d'asta è di 25,5 milioni di euro e gli alunni coinvolti 870mila (dati dal sito del Ministero), si tratta di 30 euro a bambino. E' una cifra che, se gestita localmente (a livello di scuole, ad esempio, tramite le Op del territorio oppure i Mercati generali), porterebbe a un risultato qualitativo migliore. Infine non dimentichiamo, comunque, che il progetto nacque 13 anni fa, nel 2004, con il nome di Frutta Snack organizzato dall'Osservatorio Agroambientale di Cesena, su impulso del compianto Romeo Lombardi (cfr FreshPlaza del 26 febbraio 2014).