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Ozono nel processo di forzatura del Radicchio di Treviso Tardivo: risparmio idrico fino al 95%

L'agricoltura è il maggior utilizzatore delle risorse idriche mondiali, pari al 70% di tutto il consumo. Ridurre l'impiego di acqua e aumentarne l'efficienza in agricoltura sono due delle principali sfide da affrontare nei prossimi decenni.

Nell'ambito delle produzioni orticole coltivate nell'Italia nord-orientale, le cicorie rosse (Cichorium intybus L., Rubifolium Group) sono una delle più importanti con oltre 8500 ettari di superficie coltivata e un valore di produzione di circa 200 milioni di euro. Tra le cicorie che richiedono il processo di forzatura-imbianchimento, il Radicchio rosso di Treviso Tardivo è considerato da recenti statistiche la più coltivata, con una produzione superiore a 10mila tonnellate e un fatturato totale tra 70 e 80 milioni di euro.



Il Radicchio rosso di Treviso Tardivo (RTT) è un ortaggio che richiede un processo di forzatura in acqua prima della commercializzazione finale (cfr. Freshplaza del 05/12/2016); tale pratica presenta un potenziale impatto ambientale, dovuto agli elevati volumi d'acqua utilizzati e quindi dispersi nell'ambiente. Un'azienda agricola di medie dimensioni utilizza approssimativamente 35mila m3 di acqua di pozzo durante la fase di forzatura; pertanto la sostenibilità di questo sistema produttivo necessita di miglioramenti significativi soprattutto nella fase di forzatura.

Il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Paolo Sambo del DAFNAE dell'Università di Padova ha saggiato l'impiego dell'ozono generato elettricamente per ridurre l'uso dell'acqua nel processo di forzatura di RTT, sviluppando un sistema pilota con acqua riciclata in un ciclo chiuso attraverso il trattamento con ozono.

Per quanto riguarda la qualità dell'acqua, il potenziale redox era superiore nel sistema ozonizzato, mentre la torbidità, il pH e la conducibilità elettrica del sistema ozonizzato non sono cambiati in modo significativo rispetto all'acqua non trattata (tesi di controllo). Resa e qualità delle piante ottenute nel sistema ozonizzato non differivano significativamente da quelle delle piante degli impianti di controllo, a eccezione dell'attività antiossidante che era più alta nelle piante forzate con l'acqua trattata con ozono.

"I nostri risultati iniziali suggeriscono che il trattamento con ozono può essere applicato nel processo di forzatura ed è adatto alle esigenze dei coltivatori che possono risparmiare fino al 95% dei volumi d'acqua normalmente usati per questa pratica di coltivazione", riferisce Sambo.

Anche se i risultati sono preliminari - e quindi devono essere confermati in ulteriori prove - indicano che l'ozono è in grado di sanificare le acque ricche di solidi sospesi (come quelli del ciclo di forzatura del RTT) ottenendo caratteristiche comparabili con quelli dell'acqua potabile in combinazione con un corretto ricircolo ed evitando la stagnazione dell'acqua nella vasca. Il Prof. Sambo conclude: "Tale risultato suggerisce che questa tecnica dovrebbe essere ulteriormente sviluppata e adattata per la riduzione e la disinfezione dei volumi d'acqua anche per altri prodotti durante la gestione e lavorazione post-raccolta".

Fonte: Carlo Nicoletto, Carmelo Maucieri, Paolo Sambo, 'Effects on Water Management and Quality Characteristics of Ozone Application in Chicory Forcing Process: A Pilot System', 2017, Agronomy, Vol. 7(2), 29.